La storia di David Helfgott è una di quelle dal lieto fine. Ma dallinizio tremendamente drammatico. È una di quelle da prendere ad emblema per educare i più giovani, che di fronte alle ossessioni, al male di vivere dei genitori, dovrebbero trovare dentro di sé la forza per ribellarsi, pur di conquistarsi il sogno di una vita più serena, e migliore. La vita di David Helfgott è stata resa celebre da quel capolavoro cinematografico che è Shine (1996), che ha dimostrato come i fantasmi del passato si possano scacciare con la forza di volontà e con l'amore. Sì, perché la vita del grande pianista è cambiata con lincontro dellattuale moglie Gillian avvenuto dopo un lungo periodo di degenza (10 anni) in Australia, la sua patria, allinterno di cliniche psichiatriche e dopo essersi recato in Inghilterra per cercare fortuna nella musica e per fuggire dalle sempre più indiscrete imposizioni del padre.
Helfgott trovò dunque lamore e ritrovò anche la musica, e quindi sé stesso. Questa sera, in piena forma, suonerà nella cornice di Fly Festival di Bresso, in via Papa Giovanni XXIII (ore 21).
Proporrà i brani dellultimo album, Pianissimo, registrato al Blue Note di Milano lanno scorso e contenente brani di Liszt, Chopin e Leucona. Forse anche per questo il pianista ha deciso di iniziare la turnée estiva europea proprio dallItalia (lo scorso aprile a Roma e ancora a Bresso), in occasione delluscita del cd avvenuta il 24 aprile (per letichetta Edel Italia).
Fu lodato, ai tempi della Royal College of Music, dal prof. Cyril Smith come «uno degli allievi più dotati», e guidato da Madame Alice Carrad, che altri non era che lallieva del grande compositore ungherese Bartòk in persona.
È dal 1984 che delizia instancabilmente le platee di Australia, Asia Europa e Stati Uniti con una serie ininterrotta di concerti.
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