Non si sa mai. E allora meglio giocare a carte scoperte. Meglio ripetere le regole del gioco. Ad Arcore (nella foto) ora sono le finestre a parlare. Grandi cartelli ricordano la realtà alla procura di Milano che per mesi ha controllato chi entrava e usciva dalla villa del Cavaliere. «Segreteria politica dellonorevole Berlusconi»: ecco quel che i cartelli segnalano. Può sembrare una precisazione inutile, ma di questi tempi non si va tanto per il sottile. Anche perché quelle parole rimandano dritte allarticolo 68 della Costituzione: «Il parlamentare non può essere sottoposto a perquisizione personale o domiciliare senza autorizzazione della Camera alla quale appartiene». E nemmeno può essere arrestato, «salvo che in esecuzione di una sentenza irrevocabile di condanna». Dunque, i cartelli rinforzano lo scudo previsto dal legislatore. La dimora di Arcore è inviolabile. Anche se così non è. Non sempre, almeno. O non del tutto. Secondo alcune indiscrezioni ieri sera, nel corso di una riunione del Pdl alla Camera, lavvocato Piero Longo avrebbe raccontato che dal 2010 la casa del premier è sotto controllo. Unaffermazione che potrebbe riaprire il vaso delle polemiche. Gli avvocati del premier sostengono che le regole sono state violate in questa inchiesta, a cominciare da quella della competenza. Non toccherebbe a Milano indagare. La battaglia è ancora agli inizi ed è prevedibile che si giocherà sui tutti i fronti a cominciare dal metodo di raccolta delle prove.
Contestando dunque in modo frontale il ruolo e il modus operandi della procura di Milano. Conseguente, a questo punto, la scelta di Berlusconi di non andare allinterrogatorio previsto per il fine settimana. E la segnaletica sulle finestre. Quasi un monito agli «assedianti». Ma la partita è solo agli inizi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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