«Aree Expo, un fondo etico per gestire tutti i guadagni»

Martedì è fissato il consiglio di amministrazione di Expo 2015 spa ma l’acquisizione delle aree sembra essere ancora in alto mare. Mentre le istituzioni battibeccano sui giornali, c’è chi una soluzione da proporre ce l’ha. Antonio Intiglietta, presidente e ad di Ge.Fi., la società che organizza manifestazioni in fiera, nome storico della Compagnia delle Opere, ha pensato a uno strumento che permetterebbe di acquisire le aree senza comprarle né prenderle in comodato.
Di cosa si tratta?
«Una premessa è necessaria: Expo è nato per creare un importante evento culturale, economico, sociale. Alla stessa maniera va considerato il luogo dove sorgerà».
Si spieghi meglio...
«La funzione delle aree deve essere di pubblica utilità. Quello che viene costruito per l’evento deve essere pensato per diventare patrimonio di tutti: social housing, servizi sociali, strutture per anziani, accoglienza per giovani e studenti, strutture sportive e ricreative».
Come si calcola il valore dei terreni?
«La loro destinazione d’uso definisce la funzione urbanistica e quindi il valore. Il valore della funzione sociale è già data dal mercato, non può essere speculativa».
Come si scioglie il nodo delle acquisizioni?
«Credo - mi permetto di dare un contributo - che un fondo promosso dalla istituzioni in partecipazione con il sistema bancario milanese e lombardo possa essere una soluzione».
La newco entrerebbe nel fondo?
«La società farà parte del fondo, ma questo è secondario. Il fondo diventa proprietario dei terreni con scopo sociale. È la stessa operazione con cui la Cassa depositi e prestiti si è costituita come “fondo dei fondi” per partecipare a vari iniziative territoriali di social housing».
E i proprietari delle aree?
«Potranno entrare con delle quote se vogliono».
E se rifiutassero?
«Il fondo allora comprerà le aree, ma non è questo il punto. Importante sarà invece l’attenzione alla progettazione. Criterio guida la sostenibilità ambientale ed economica: nel progettare gli edifici si dovrà prevedere la trasformabilità degli stessi, cioè la funzione che dovranno avere anche dopo l’evento».
Come si calcola il valore dei terreni?
«Il fondo avrà un tasso di interesse coerente con la funzione sociale delle aree, quindi basso: nel 2016 dovranno rendere al massimo il 2% del loro valore patrimoniale. Nel progettare le strutture si dovrà prevedere una gestione sostenibile economicamente».
Chi controlla?
«Un comitato di gestione».
Finora le performance della società di gestione di Expo non sono state proprio brillanti.

Le notizie di questi giorni ribadiscono gli interessi della mafia sull’evento...
«Il fondo per sua natura è antispeculativo. A chi può interessare un fondo etico con un tasso del 2%? Per natura è antispeculativo. Il fondo diventa quindi driver del processo urbanistico e immobiliare».

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