La Liguria, e larea genovese in particolare, è tra le regioni più a rischio per un eventuale contagio dellinfluenza aviaria da parte degli uccelli migratori. Infatti se è fuor di dubbio che il punto di maggior concentrazione è lo stretto di Messina, dove in primavera passano fino 30.000 fra rapaci e cicogne, è altrettanto vero che, tra le altre località italiane in cui sostano gli uccelli migratori, vi sono anche il promontorio del Conero, quello del Circeo e le alture di Arenzano, in Liguria. Qui, infatti, molte specie nidificano e restano stanziali per un pezzo. Da questo fatto nasce lesigenza che la zona di Arenzano venga particolarmente monitorata.
Secondo gli scienziati, se nei suoi dieci di storia il virus dell'influenza aviaria è riuscito a raggiungere tre continenti, molto probabilmente lo ha fatto appunto viaggiando insieme agli uccelli migratori.
Sono almeno una ventina i siti italiani più frequentati dagli uccelli migratori e si trovano soprattutto lungo le coste dell'Adriatico e del Tirreno. Le specie acquatiche preferiscono le zone umide costiere e le foci, mentre la dorsale appenninica, e cioè la zona ligure, è una sorta di autostrada seguita da molte specie di rapaci.
«L'allerta in Italia è alta: casi di aviaria in uccelli selvatici erano e restano probabili. Ma non c'è nessun allarme, in particolare per la trasmissione del virus da uomo a uomo. L'H5N1 non è mutato».
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