da Roma
Assunta Legnante chiede che un sogno diventi realtà: «Voglio andare alle Olimpiadi». E fa segno dietro con il dito: «Ditelo a lui». Lui ossia Gianni Petrucci, presidente del Coni, padrone di casa del maestoso salone donore del Coni, dove ieri latletica ha festeggiato campioni e successi che lhanno accompagnata fino ai recenti europei indoor di Birmingham. Lei, la capitana azzurra, oro nel getto del peso, rischia di non andare ai Giochi per un glaucoma allocchio sinistro: per i medici del Coni non può essere inserita nei probabili olimpici. Per altre manifestazioni il problema non esiste. Petrucci ha capito, Franco Arese il presidente federale sta lavorando. «Toglierle le olimpiadi è come ammazzare unatleta». Grande festa e belle facce ieri a Roma: da Andrew Howe, oro europeo del lungo, ad Antonietta Di Martino, argento nellalto e donna da due metri. Unico assente Stefano Baldini che domani correrà la maratona di Londra. Grande festa con qualche fuoco dartificio. La dedica di Petrucci: «Latletica è una disciplina fantastica ed ha qualcosa in più rispetto a tutti gli altri sport». Lattacco di Arese: «Non imitiamo il calcio. Portare a casa gli eventi è una cosa difficile, cè tanta concorrenza e non bisogna sempre pensare di essere i migliori. Serve sacrificio, determinazione, capacità di gestire i rapporti». Arese è stato un uomo nel calcio. Presidente del Cuneo, ma se nè stufato.
Arese sprona latletica: «Non copiamo il calcio»
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