Voglia di sovvertire lordine costituito con versatilità e intraprendenza, contaminando larte senza preconcetti. Una romanza di Giuseppe Verdi su un passo acrobatico di break dance, movimenti hip hop o routine circensi fissati su unaria dopera di Gioacchini Rossini. Succede in Paracasoscia la nuova coreografia della Compagnia Botega, diretta da Enzo Celli, che sarà presentata questa sera (ore 21) al teatro di Tor Bella Monaca.
Uninsolita quanto armoniosa fusione tra musica del passato e danza dei nostri giorni, che punta a ridurre le distanze tra i giovani e la musica colta. Paracasoscia, parola che tradotta dal dialetto vuol dire «sembra che soffi», mescola infatti i balli di strada, energetici e fuori dai canoni come la break dance o lacrobatic, alle arie più celebri del patrimonio lirico nazionale. Scelta che suona come un anatema, visto che i breaker per i loro movimenti bruschi e spezzati di solito usano la martellante musica rap o le campionature scratchate dai dj esperti nel turntablism. Insomma, nulla a che vedere col romanticismo rossiniano o la drammaturgia verdiana. Invece, lunione della street dance ai movimenti nobili del pentagramma produce quel soffio rigeneratore capace di trasferire lemozione dalla scena al pubblico, coinvolgendo la platea in un carosello gioioso e semiserio. Dopo aver riletto la tragedia di Otello in versione hip hop, e aver realizzato lanno scorso una produzione per il Ramallah Contemporary Dance Festival in Palestina con danzatori libanesi e palestinesi, il trentasettenne coreografo di Sora torna a sfidare i classici chiamando in causa alcuni tra i compositori più amati dai melomani.
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