«Ariel si è battuto per la pace e l’Italia sostiene i suoi sforzi»

«Mi auguro che il premier sappia sorprenderci ancora una volta, sconfiggendo il male che lo ha colpito»

«Ariel si è battuto per la pace e l’Italia sostiene i suoi sforzi»

da Roma

Il primo ministro israeliano, il generale Ariel Sharon si è battuto per una vita intera per raggiungere l'obiettivo di uno Stato di Israele libero e sicuro che conviva in pace con gli arabi, un traguardo al quale il leader israeliano si stava concretamente avvicinando. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un articolo di suo pugno pubblicato ieri dal quotidiano israeliano Haaretz, esprime la propria profonda stima per Sharon, le sue preoccupazioni per lo scenario che si apre con la malattia del premier dello Stato ebraico e assicura il sostegno continuo dell'Italia sia al processo di pace che al nuovo governo che uscirà dalla elezioni anticipate del prossimo del 28 marzo (convocate dallo stesso Sharon). Berlusconi si dice convinto che la politica israeliana disponga di risorse e personalità necessarie per superare l'attuale stallo dovuto all’infermità del generale.
«Mi auguro con tutto il cuore che Ariel sappia sorprenderci ancora una volta, sconfiggendo con la sua formidabile tempra di lottatore il male che lo ha colpito. Quando ho appreso - scrive Berlusconi - la notizia della sua malattia ho provato grande dolore sul piano umano ma anche una forte preoccupazione sul piano politico. Ho subito ricordato con commozione e affetto la sua convinzione di fondo, quando egli mi confidava che i suoi genitori volevano uno Stato d'Israele libero e sicuro, che convivesse in pace con gli arabi. Sono personalmente convinto che Sharon, che ha vissuto una vita intera per questo obiettivo, si stesse concretamente avvicinando al traguardo finale, quel traguardo che intere generazioni di israeliani hanno sperato e cercato».
«La malattia di Sharon delinea purtroppo un futuro incerto per Israele e per il Medio Oriente: La preoccupazione politica - scrive ancora Berlusconi - si concentra sulle elezioni del 28 marzo prossimo. Lo stesso Sharon mi confidava la sua certezza di un successo del partito da lui recentemente fondato. Ora naturalmente il quadro appare incerto: le consultazioni elettorali vedranno una competizione senza la presenza del protagonista indiscusso della più recente storia politica israeliana».
«Certamente - continua il presidente del Consiglio- per la successione non mancano in Israele importanti e valide personalità tra cui il vicepremier Ehud Olmert, che conosco personalmente e che è un politico di rilevante spessore che potrà continuare ad operare nella direzione indicata da Sharon».
«In questi ultimi anni, l'Italia è stata considerata il miglior amico di Israele. Ho sempre sostenuto - afferma Berlusconi - il diritto alla sicurezza di Israele e l'ineluttabilità di una pace stabile e duratura fra due Stati e due popoli. Noi continueremo in questa direzione e sosterremo il nuovo governo che il popolo israeliano democraticamente sceglierà, con la stessa determinazione con cui abbiamo sostenuto e incoraggiato la politica del dialogo avviata da Sharon. Siamo certi della forte e collaudata democrazia di Israele, confidiamo nella lungimiranza del suo popolo e dei suoi leader affinché possa prevalere, anche grazie al contributo dei palestinesi, una prospettiva di vera pace per tutti i popoli della regione».


Il presidente del Consiglio ha anche ricordato il grande interessamento manifestato dall’Italia per la crisi mediorientale facendo presente che il nostro Paese ha proposto di ospitare a Erice una conferenza sul rilancio del processo di pace fra israeliani e palestinesi e ha auspicato che «la pace abbia una opportunità di prevalere» per tutti i popoli della regione.

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