Stefano Zurlo
da Milano
Piange Stefania Ariosto. Lacrime di felicità. Il tribunale lha appena assolta dallaccusa di aver calunniato il giudice Rosario Priore. LAriosto le sparò grosse, ma non è provato il dolo, la volontà di colpire il magistrato romano sapendolo innocente. «In fondo - sono le sue parole - mi aspettavo questa conclusione. Sono contenta come una pazza».
Il processo, allungatosi per dieci anni, si chiude. Ma potrebbe anche ricominciare dalla fine. LAriosto infatti, poco prima che il giudice Oscar Magi si chiuda in camera di consiglio, va al microfono e punta il dito contro il suo ex fidanzato, lavvocato Vittorio Dotti: «Quello che avevo detto a verbale», dice ritornando alle esplosive dichiarazioni raccolte dal Pool nel 1995, «era quanto mi aveva riferito Dotti. In pratica la denuncia lha fatta lui, non io. Io mi limitai a riferire quanto appreso da lui, un personaggio oscuro da stanare, un serpente mostruoso». Sorprendente: per uscire da un guaio, la contessa va a infilarsi in un altro pasticcio. E rimette in gioco tutto quel che è accaduto dal 1996 in poi, da quando fu arrestato il capo dei gip di Roma, Renato Squillante, e venne messo sotto inchiesta Cesare Previti. Allora qualcuno sospettò che lAriosto non avesse agito spontaneamente ma imbeccata, per ragioni politiche, da Dotti, avvocato del Cavaliere e capogruppo, insoddisfatto, di Forza Italia alla Camera.
Ora lei sembra accreditare quella lettura. «Sono affermazioni veementi», sobbalza il sostituto procuratore generale Gaetano Santamaria Amato che rappresenta laccusa. Santamaria Amato invita Magi a spedire la trascrizione delludienza alla Procura e Magi raccoglie linvito: un Pm valuterà se contestare alla signora le nuove affermazioni. E già oggi, nellaula del processo Sme, potrebbe arrivare il colpo di scena. «Qui cambia tutto - affermano Andrea Fares, difensore di Squillante, e Alessandro Sammarco, legale di Previti -. Il processo Sme», ormai a un passo dalla sentenza, «devessere riaperto e devessere convocata lAriosto». «Lepisodio - ha detto Cesare Previti - segna la fine dei miei processi: i giudici non potranno fare a meno di approfondire quanto è accaduto e di prendere atto di tutte le nefandezze commesse ai miei danni. LAriosto ha finalmente ammesso di aver dichiarato fatti che le sarebbero stati riferiti da altri. Quindi era ed è una teste inesistente».
Per ora, però, è lei la vincitrice. E viene sconfitta la procura generale che, fatto rarissimo, aveva tolto dalle mani della Procura il sonnacchioso fascicolo e aveva chiesto la condanna dellAriosto a 1 anno e 4 mesi. Ma soprattutto aveva messo in dubbio, sia pure in parte, il mondo descritto dal teste Omega.
«A Milano - è il parere di Antonio Rodontini, legale della parte civile Previti - si continua a proteggere lAriosto. Difendono e proteggono lAriosto per tutelare se stessi e le loro scelte del passato».
Nel 1995, la donna aveva indicato Priore, il giudice istruttore di Ustica, come un magistrato a libro-paga di Previti.
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