La governatrice repubblicana dell'Arizona Jan Brewer ha firmato la conversione in legge di un controverso provvedimento che fa dello Stato l'avanguardia nella lotta contro l'immigrazione illegale negli Stati Uniti. La legge, duramente criticata dal presidente Barack Obama, autorizza le forze dell'ordine ad arrestare anche senza motivo persone sospettate di essere entrate illegalmente nel Paese. La governatrice, che non aveva mai espresso sostegno per la misura, ha firmato la legge in diretta televisiva, con il palazzo del governo a Phoenix assediato da cortei di protesta. Brewer ha detto che la legge «è nell'interesse dell'Arizona» e colma un vuoto di potere lasciato dal governo federale. La governatrice ha garantito che non ci saranno episodi di discriminazione razziale nell'attuazione del provvedimento. Ma è una promessa che pare difficile da mantenere.
Obama contrario Prima ancora della firma, Obama ha commentato negativamente la legge che secondo lui "viola la libertà individuale degli americani" e ha detto che i legali della Casa Bianca sono già al lavoro sulla questione. La legge dell'Arizona porta il tema dell'immigrazione in primo piano in vista del voto politico del novembre prossimo.
Il Messico protesta La commissione nazionale per i diritti umani del Messico (Cndh) si è dichiarata preoccupata per la normativa anti-immigranti approvata in Arizona, facendo un appello al rispetto di diritti degli immigranti. "Sulla base della Dichiarazione universale dei diritti umani e degli altri strumenti internazionali relativi a questa materia, ogni persona ha il diritto di esercitare i propri diritti più essenziali, nell’ambito del principio della non discriminazione", ha precisato in una nota la Cndh, ribadendo le preoccupazioni già manifestate negli ultimi giorni. Ieri, l’ambasciata del Messico a Washington aveva infatti diramato un comunicato per protestare contro la legge anti-clandestini, normativa - ha precisato la sede diplomatica - che provocherebbe "effetti potenzialmente gravi" per i "diritti civili" dei messicani che risiedono nello Stato. Nel comunicato, si sottolineava che la legge "potrebbe avere effetti negativi nell’ambito dei rapporti di amicizia, commerciali, turistici e culturali" tra il Messico e l’Arizona. L’ambasciata ha inoltre ricordato organizzazioni nazionali che difendono i diritti umani, per le quali la misura promuoverà retate che "terrorizzano gli immigrati".
La reazione dei vescovi "È la legge più inutile, meschina e reazionaria del Paese", ha protestato l’arcivescovo di Los Angeles Roger Mahony a cui si sono uniti i vescovi di Tuscon Gerald Kicanas, Thomas Olmsted di Phoenix e James Wall di Gallup nel New Mexico, nel cui territorio rientrano contee dell’Arizona settentrionale, oltre che leader presbiteriani, episcopali, luterani, metodisti e ebrei.
In Arizona sono con la Brewer 70 elettori su cento: "Decenni di inazione e politiche sbagliate hanno creato una situazione pericolosa e inaccettabilè, ha detto il governatore firmando la legge in sfida aperta con la Casa Bianca. L’Arizona ha una enorme frontiera con il Messico e almeno mezzo milione di clandestini (sono circa 11 milioni in tutti gli Stati Uniti).
Chi li protegge, chi gli dà lavoro potrà d’ora in poi essere a sua volta arrestato. La legge - ha detto il suo principale sponsor, il repubblicano Russell Pierce "toglie le manette alla polizia« e permettera di »cacciare gli illegali dallo stato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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