Armani: «Sono stato tenace e fortunato ma non mi sono mai ritenuto un artista»

Vicino a piazza Caneva un centro abitativo alto 94 metri: artisti e designer in corsa per abbellirlo

(...) Del resto io non ho mai avuto il fuoco sacro della moda, mi piaceva fotografare e quando lasciai Piacenza per presentarmi alla Rinascente che allora era considerata il tempio della modernità per un’Italia in via di sviluppo, mi prese a cuore una signora del settore personale, la responsabile della comunicazione. Avevo con me la mia macchina fotografica e alcune foto scattate a mia sorella che non aveva voluto posare con i tacchi ma con dei calzini corti bianchi. Fu un miracolo la mia assunzione. Sono sempre stato un timido, ho imparato a vincere anche questo ma devo ringraziare Giancarlo Aliprandi e ora Andrea Branzi perché mi hanno sempre incoraggiato e sorretto». Giorgio Armani non soffre di false modestie («questa laurea è solo meritata», dirà poi ridendo, davanti alle tv), nelle sue parole c'è orgoglio e soddisfazione, ma anche molta attenzione per le istituzioni.
Alberto Seassaro, preside della Facoltà del design ha letto la seguente motivazione: «Giorgio Armani è interprete eccellente di quella cultura politecnica del design capace di divenire chiave d’innovazione trasversale e motore di sviluppo per il sistema economico. Con il proprio lavoro ha saputo promuovere una concezione innovativa del progetto del prodotto moda, attenta alle qualità formali, tecniche e funzionali alle capacità progettuali ha saputo poi coniugare una spiccata attitudine manageriale interpretando il design in chiave strategica, secondo una delle visioni più avanzate della disciplina portando il suo gruppo a essere una delle realtà italiane di maggior successo a livello internazionale». In prima fila anche l’assessore alla Moda Tiziana Maiolo ad applaudire.
Armani è nato l’11 luglio del 1934 a Piacenza dove ha studiato fino al 1957 frequentando il secondo anno di medicina.
A Milano dopo la Rinascente ha lavorato per Nino Cerruti, poi come free-lance. Il 24 luglio 1975 fonda su consiglio del suo amico Sergio Galeotti la Giorgio Armani Spa con una linea prêt-à-porter.
Universalmente conosciuto per avere rivoluzionato la moda con la sua giacca «destrutturata», Armani ha creato una serie di linee: Emporio, Jeans, Casa, gioielli, scarpe, profumi, orologi, borse, occhiali, mobili, bar, librerie, ristoranti e un Teatro progettato da Tadeo Ando. Il Gruppo ha 4.

900 dipendenti, 13 stabilimenti, 73 boutique, 18 negozi Armani Collezioni sparsi in 46 Paesi. Nel futuro c’è l’apertura di Hotel e Resort nel mondo. Ora è in corso alla Triennale la sua retrospettiva insieme alla mostra «New Italian Design» a cura di Branzi, con al centro il suo marchio.

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