La differenza di rilevazioni dei livelli di Pm10 tra le centraline dellArpa e quelle del Joint Research Center erano dovute alla presenza di un cantiere vicino al laboratorio mobile del Jrc che ne avrebbero alterato i risultati. LArpa si difende dopo le polemiche dei giorni scorsi su una «sistematica sottostima fino al 40 per cento» dei dati delle polveri sottili indicati dalle centraline lombarde e cita un rapporto dello stesso centro di ricerca europeo in cui si dice che «le misure potevano essere influenzate dalla costruzione di una strada vicino ai campionatori del Jrc che possono averne influenzato i risultati, rendendoli quindi non utili al fine del confronto». In sostanza, si tratterebbe di un campionamento non rappresentativo dello stesso Jrc annesso agli atti solo per ragioni di completezza di informazione, ma irrilevante nella misura dei risultati.
Lo ribadisce anche il presidente della Regione Roberto Formigoni ai cronisti che lo aspettano fuori dal nuovo Laboratorio di Prevenzione dellAsl: «Non è vera la campagna lanciata con tanto clamore contro lArpa. Tra i suoi dati e quelli europei cè perfetta identità di vedute, si è rilevato un solo caso nel quale cera una discrepanza dovuta al fatto che la centralina era stato installata nel comune di Monza vicino a un cantiere». Sul fatto poi che gli strumenti messi in campo dalla Regione non fossero sufficientemente tecnologiche, il governatore ribatte: «Regione Lombardia e Arpa hanno delle centraline adeguate e tra le più moderne. La Lombardia è lunica regione italiana che si avvale della collaborazione dellUnione Europea. Avevamo proposto questa collaborazione anche ad altre regione che invece si sono rifiutate». Non solo, lo scarto tra le rilevazioni del Jrc e quelle dellArpa sarebbe al di sotto del 10 per cento.
«La normativa europea ammette una variabilità del 25% - continua la nota dellArpa -. Ottenere differenze inferiori al 10% corrisponde perciò ad un ottimo livello di accuratezza del sistema. Le norme tecniche internazionali definiscono equivalenti strumenti certificati che misurino le Pm10 con scarti del 10%». E quindi, conclude lAgenzia Regionale per la Protezione dellAmbiente, affermare che siano stati divulgati dati sottostimati, è «del tutto ingiustificabile e non sostenibile dal punto di vista tecnico - scientifico».
Ma nonostante il nuovo rapporto dei dati e la spiegazione delle diverse rilevazioni, il Codacons ha deciso di presentare un esposto in Procura. «Lassociazione dei consumatori - si legge nel documento - chiede alla Procura di accertare come mai i dati dellArpa siano mediamente inferiori a quelli rilevati con le tecnologie di Ispra. Come mai il rapporto non sia stato diffuso a suo tempo, ed infine, se sussistano profili penalmente rilevanti.
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