San Paolo - La moglie di Arturo 'Thunder' Gatti, il pugile italo-canadese ex campione del mondo dei superpiuma e dei superleggeri, è stata arrestata oggi in Brasile per l'omicidio del marito, il cui corpo era stato trovato ieri senza vita in un lussuoso albergo della località balneare di Porto da Galinhas, nello stato di Pernambuco, nel nord est del paese. Secondo la stampa locale, l'arresto è stato deciso dal commissario Josedith Ferreira dopo l'interrogatorio della moglie di Gatti (37 anni), la brasiliana Carina Barbosa Rodrigues (23 anni), che si sarebbe ripetutamente contraddetta. Il commissario ha riferito che la coppia, che risiedeva nel New Jersey (usa), ma si trovava in vacanza in Brasile assieme al figlio di 10 anni, avrebbe avuto due notti fa un'accesa discussione in un locale notturno, a quanto pare provocata da motivi di gelosia. La donna ha dichiarato che l'ex pugile, ubriaco, l'avrebbe spinta in terra, provocandole contusioni a un gomito e al viso. Ieri mattina, la moglie di Gatti ha quindi telefonato alla polizia, sostenendo di aver trovato il marito morto nel salotto dell'appartamento che la coppia aveva preso in affitto per un mese nel lussuoso albergo Dorisol di Porto de Galinhas. Il corpo di Gatti, che presentava ferite al collo e alla nuca, verrà ora sottoposto ad autopsia. Nel 2004 Gatti aveva conquistato il titolo mondiale dei superleggeri Wbc battendo l'italiano Gianluca Branco.
Vittorie, sconfitte e un reality Gatti era nato in Italia, ma cresciuto a Montreal, prima di trasferirsi nel 1991 negli Usa, in New Jersey. Pur non avendo mai rinnegato le sue origini, aveva deciso di combattere per il Canada, che avrebbe dovuto rappresentare nel torneo pugilistico delle Olimpiadi di Barcellona 1992. Un anno prima del fatidico appuntamento ci aveva ripensato, decidendo di passare tra i professionisti, sicuro di fare strada grazie alla sua scherma pugilistica e ad alla potenza che aveva nei colpi. Così quattro anni dopo era già campione del mondo, dei superpiuma per l'Ibf, dopo aver battuto Tracy Patterson, il figlio del grande Floyd. Poi tante sfide altamente spettacolari, come quelle contro Wilson Rodriguez al Madison Square Garden o quelle con Gabriel Ruelas o con il picchiatore del Massachussets Micky Ward, che gli erano valse la nomination per "il match dell'anno" da parte della prestigiosa rivista Ring Magazine. Si era anche battuto, anzi aveva "scambiato bombe", come c'é scritto sul suo sito (www.arturogatti.com) con il grande Oscar De La Hoya, dal quale era stato battuto in cinque round. Contro Joey Gamache invece Gatti aveva vinto, anzi dominato visto che dopo l'incontro l'avversario era entrato in coma. Poi si era ripreso, riportando comunque, secondo la perizia medica, "danni cerebrali permanenti" e per questo aveva citato l'italo-canadese in giudizio. Nel gennaio del 2004 Gatti aveva battuto Gianluca Branco conquistando in quel match il Mondiale dei superleggeri, perso un anno e mezzo dopo contro un altro grandissimo, il pluricampione del mondo Floyd Mayweather junior, che gli inflisse una dura lezione. Passato nei welters, il 14 luglio del 2007 Gatti aveva detto basta dopo 49 incontri di cui 9 persi e 40 vinti (31 prima del limite), molti dei quali terminati in autentiche battaglie all'ultimo sangue. Ma quel giorno l'epilogo di una carriera fatta di vittorie a sorpresa e terribili sconfitte era stato amaro: Gatti era infatti stato battuto ad Atlantic City da Alfonso Gomez, pugile semiprofessionista di origini messicane che si era ritrovato sul ring della Board Walk Arena subito dopo la partecipazione a 'The Contender', il reality show di Espn sul mondo della boxe.
Il match sembrava appositamente allestito per ridare una lucidata all'immagine del 'Thunder' Gatti e invece Arturo era stato umiliato dal jab sinistro e dal diretto destro dell'avversario. Da qui la decisione di ritirarsi e di godersi la vita assieme alla moglie brasiliana, almeno fino alla tragedia odierna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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