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Arrestato in Afghanistan il rapitore della Cantoni

L’uomo, intervistato in tv, ha ammesso le sue responsabilità e ha fatto i nomi dei complici. Venti estremisti uccisi dalle forze alleate nel sudest del Paese

da Kabul

La televisione di Stato afghana ha annunciato ieri che la polizia ha arrestato uno dei rapitori di Clementina Cantoni, la cooperante italiana rapita a Kabul il 16 maggio scorso e liberata il 9 giugno. Il rapitore, identificato dalla tv solo con il nome di Asadullah, è stato arrestato nella provincia orientale di Nangahar.
La televisione ha mandato in onda un’intervista con l’arrestato, il quale ha ammesso di essere coinvolto nel sequestro della Cantoni. Sempre secondo la tv, l’uomo avrebbe fatto i nomi di altre persone coinvolte nel rapimento.
Clementina Cantoni, 32 anni, lavorava a Kabul a un progetto di assistenza alle vedove afghane, ed era stata sequestrata nel quartiere Shahr-e-Nawnon da quattro uomini armati. Il sequestro era stato rivendicato da Timur Shah, un bandito che all’epoca dei talebani faceva il poliziotto. Per il rilascio della giovane italiana l’uomo aveva fatto una serie di richieste strampalate, come la sospensione di un programma musicale televisivo «troppo audace», un sostegno economico governativo alle madrasse (le scuole coraniche) e la distruzione delle piante del papavero. Successivamente il rapitore aveva chiesto che in cambio del rilascio di Clementina fosse scarcerata sua madre, arrestata nel corso delle indagini sull’uccisione di un uomo d’affari afghano, ammazzato da Timur Shah. Quest’ultima richiesta era stata accolta, e Clementina era tornata libera.
Nel Paese si moltiplicano intanto gli episodi di violenza provocati dai militanti islamici, che intendono far fallire le elezioni parlamentari fissate per settembre. La consultazione è considerata un passo molto importante per la stabilizzazione del Paese, e il governo afghano sostenuto dalle forze americane e dai loro alleati ha promesso una consultazione libera.
Un portavoce del ministero della Difesa ha annunciato ieri che nel corso di furiosi combattimenti nella zona sudorientale del Paese l’esercito afghano e le truppe Usa hanno ucciso venti tra insorti talebani e militanti islamici. Altre decine di estremisti erano stati uccisi nelle settimane precedenti.
Gli scontri sono cominciati la sera di giovedì nella provincia di Khost, dopo che i militanti avevano attaccato una base dell’esercito afghano nel distretto di Espera. «Abbiamo risposto con un’operazione, e le forze della coalizione ci hanno aiutato sia da terra che dall’aria», ha detto il generale Zahir Azimi. Al termine dei combattimenti, durati tre ore, sono stati trovati venti cadaveri di militanti. Di questi, ha aggiunto il generale Azimi, «cinque erano stranieri: due uzbeki e tre ceceni».
Sempre giovedì scorso, in una zona più a sud ai confini con il Pakistan si sono avuti altri scontri, nel corso dei quali sono stati uccisi 24 sospetti estremisti islamici, bombardati dall’artiglieria e dall’aviazione americana. Nella provincia centrale di Uruzgan le forze afghane hanno arrestato un comandante regionale dei talebani.
Altri episodi di violenza si sono verificati ieri a Khost, nell’area tribale pachistana del Nord Waziristan, dove sono rimasti uccisi 17 sospetti militanti islamici stranieri e un soldato pachistano. Anche due militari americani sono rimasti leggermente feriti nell’esplosione di un ordigno al passaggio di un convoglio statunitense nella provincia sudorientale di Paktika.
Presunti combattenti talebani hanno invece ucciso uno dei capi tribù più vicini al presidente afghano Hamid Karzai. L’uomo era stato rapito giovedì scorso nel distretto di Ataghar, e il suo corpo senza vita è stato trovato il giorno dopo. Agha Jan, questo il nome del capo tribù, «era un sostenitore convinto di Karzai e combatteva contro i talebani», ha dichiarato il capo della polizia.
Per le forze americane questo è stato l’anno più sanguinoso da quando fu rovesciato il regime dei talebani nel 2001.

Tra militari uccisi in combattimento e morti in incidenti, le perdite statunitensi sono state di 35 uomini.

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