È durata solo tre giorni la latitanza del Said El Harti, marocchino di 25 anni, indicato come lassassino di un altro nordafricano, ancora da identificare con certezza, intervenuto per impedirgli di violentare una sua amica. Luomo si era allontanato subito dopo il delitto, rifugiandosi in provincia dellAquila, dove è stato però rintracciato dagli uomini della mobile che laltro giorno sono andati a prenderlo.
Finisce così una storiaccia di degrado e tossicodipendenza, consumata in un locale del fatiscente palazzo di viale Bligny 42. Uno stabile da tempo diventato ritrovo di sbandati, clandestini e spacciatori. Lì era finita domenica Sonia T., 34 anni, residente a Caronno Pertusella. La ragazza, incensurata e senza segnalazioni alle spalle come consumatrice di sostanze stupefacenti, era da qualche giorno a Milano, ospite di alcuni parenti a due passi dal palazzo della morte.
La donna conosce un certo «Adam», ancora incerte la nazionalità, tunisino o algerino, e letà, sembra 25 anni, in quanto nel corso dei numerosi controlli ha sempre fornito identità diverse. Per la sua stessa ammissione Sonia era in cerca di un po di cocaina, mentre sfuma sui suoi rapporti con la vittima e non chiarisce se è solo amicizia o qualcosa di più.
Sonia comunque lo segue prima nel suo alloggio poi in quello di Said che, quando lamico si allontana per qualche istante, le salta addosso. La donna cerca di difendersi dalle avance del bruto, cerca di divincolarsi, ma laggressore ha il vantaggio della forza fisica. Said sta per avere ragione della resistenza della ragazza quando rientra Adam. Luomo si lancia immediatamente sul marocchino per consentire la fuga dellamica ma viene colpito da alcune coltellate. Cade a terra e muore praticamente sul colpo. La giovane cerca di fuggire ma viene inseguita e raggiunta sulle scale dal killer che la colpisce due volte alla schiena. Arrivano i soccorsi, viene portata in ospedale dove viene operata durgenza. Prima fa in tempo a indicare laggressore, «un certo Said». Specificando di aver preso il numero del suo cellulare, segnato su un foglietto lasciato nellalloggio.
I poliziotti salgono dal marocchino e trovano il cellulare, evidentemente abbandonato perché Said sa evidentemente che può servire per seguirlo e rintracciarlo.
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