Il regime di Cuba apre con cautela al libero mercato, ma non rinuncia alla repressione del dissenso politico. Così, mentre decine di migliaia di persone già lavorano da piccoli imprenditori indipendenti dopo le riforme economiche volute da Raul Castro, chi manifesta contro le autorità continua a rischiare la galera. È quanto è accaduto ieri al dissidente Guillermo Farinas, arrestato e rilasciato insieme con altri ventuno oppositori in quella che appare come la più seria marcia indietro del regime comunista dellAvana sulla questione dei diritti umani dopo la liberazione di diverse decine di dissidenti e il loro invio in esilio nei mesi scorsi.
La notizia degli arresti e del successivo rilascio è stata data da Elizardo Sanchez, responsabile della Commissione cubana dei diritti umani, un organismo illegale ma sostanzialmente tollerato. Ma è stato poi lo stesso Farinas a fornire per telefono dettagli su quanto accaduto ieri a Santa Clara, la città del centro dellisola dove è residente. Il gruppo di oppositori, 22 in tutto, sosteneva la protesta di tremila persone che cercavano di impedire larresto e la deportazione di una donna del posto, incinta e già madre di due figli, che tre giorni prima aveva occupato i locali di un centro sanitario dismesso. Farinas era salito sul tetto di unauto e da lì gridava contro lo sgombero.
Gli altri oppositori, secondo il Premio Sakharov, sono stati picchiati dalla polizia durante i disordini, ma non hanno toccato lui. «Avevano lordine di lasciarmi stare - ha dichiarato -, ho sentito io stesso un capitano degli agenti gridare ai suoi non lo picchiate, se no gli daranno il Nobel». Tutti e ventidue, però, sono stati arrestati e trattenuti per sette ore, trascorse le quali sono stati rilasciati.
Farinas considera nonostante tutto quanto accaduto ieri a Santa Clara un successo. «Siamo stati liberati. Ci hanno arrestati per essere venuti ad aiutare una famiglia che volevano sfrattare. Lopposizione pacifica si deve consacrare alle proteste dei cittadini come quella che abbiamo fatto», ha detto.
Farinas, uno psicologo di 48 anni, è attualmente il più celebre dissidente cubano, conosciuto nel mondo per essere sopravvissuto a 136 giorni di sciopero della fame che aveva intrapreso lo scorso anno dopo la morte (a sua volta al termine di un lunghissimo sciopero della fame) dellaltro noto oppositore del regime Orlando Zapata Tomayo. In ottobre, in seguito a queste vicende, gli è stato attribuito dal Parlamento europeo il Premio Sakharov per la libertà di espressione. La sua coraggiosa azione, che lo ha condotto a un passo dalla morte, è stata determinante nel convincere il presidente cubano Raul Castro a liberare dalle carceri 56 dei 75 dissidenti che erano stati arrestati per motivi di opinione nellondata di repressione del 2003 ordinata dal fratello Fidel, allora ancora il Lìder Maximo del regime.
Tuttavia, nel classico stile autoritario bastone e carota, le riforme economiche volute dal regime continuano e il presidente Raul Castro ha ribadito che devono essere considerate irreversibili: sono già 70mila i cubani che hanno avviato unattività nel settore privato.
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