Arrigo da Miratoio

Si tratta di un marchigiano di cui non si sa molto. Vissuto nel XIV secolo, nacque nel Montefeltro, nel castello di Miratoio. Arrigo o Rigo o Enrico (così, diversamente, viene indicato nelle fonti) apparteneva ai conti di Carpegna e quello in cui vide la luce era l’antico maniero di famiglia. Sappiamo che vestì l’abito dei monaci agostiniani nella locale comunità e pare che già in vita sia stato tenuto per santo. Dice la Bibliotheca Sanctorum (Città Nuova Editrice) nell’Appendice I che il Nostro fu venerato soprattutto dopo la morte e che questa deve essere avvenuta in un anno imprecisato prima del 1374. In tale data, infatti, i monaci agostiniani di Miratoio dovettero trasferirsi per non meglio definiti «motivi di sicurezza» a Pennabilli, località in diocesi di Pesaro e Urbino. Tuttavia, lasciarono nel vecchio monastero alcuni confratelli, giacché nella chiesa attigua c’era il prezioso corpo del Beato, cioè il nostro Arrigo. Non viene specificato perché i monaci preferirono non portarsela dietro, detta reliquia. Il Beato in questione viene ancora festeggiato «con grande concorso di fedeli» ma la funzione solenne la si fa coincidere col lunedì di Pasqua, altrimenti detto «in albis» per via del colore (bianco) delle vesti liturgiche. Il luogo è la chiesa parrocchiale di Sant’Agostino a Miratoio, dove ancora, in un’urna posta sotto l’altare maggiore, si trova il corpo del Beato. Ora, visto che siamo in Quaresima, vorrei segnalarvi la Via Crucis di s. Alfonso de’ Liguori, che potete richiedere scrivendo a «Luci sull’Est», via Savoia 80, 00198 Roma (tel.

0685352164).

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