I due militanti della cellula salafita Al 
Tawhid wal-Jihad arrestati da Hamas, Farid 
Bahar e Tamer al-Hasasnah, che sabato avevano confessato non sarebbero gli esecutori materiali dell'uccisione di Vittorio Arrigoni. Il ministro degli esteri di Hamas, Mohammed Awad, parlando
a Gaza con i cronisti, ha spiegato che i due arrestati "erano 
indirettamente coinvolti nel crimine". Awad ha aggiunto che Hamas sta 
ancora cercando di arrestare gli autori del rapimento e dell'omicidio, e
che tre persone sono ricercate. 
In particolare, le autorità stanno dando la caccia a un cittadino giordano 
ritenuto la "mente" del sequestro e dell'uccisione di Vittorio Arrigoni,
nella Striscia di Gaza. L'uomo è
conosciuto negli ambienti salafiti come "Abdel Rahman il Giordano" e 
sarebbe entrato a Gaza dal Sinai, usando uno dei tunnel per il 
contrabbando. I palestinesi terranno lunedì a Gaza un "funerale di 
Stato" e successivamente la salma di Arrigoni sarà portare in Egitto, 
attraverso il valico di Rafah. E poi, finalmente, in Italia. 
La mamma di Vittorio Arrigoni ha confermato la decisione di non rimpatriare la salma dell’attivista filo-palestinese attraverso Israele. Dopo l’appello lanciato da uno scrittore israeliano, Etgar Keret, che aveva chiesto alla famiglia di ripensarci per non trasformare "il suo ultimo viaggio in un simbolo dell’odio e del rifiuto verso coloro che considerava nemici", Egidia Beretta ha risposto che "Israele non lo ha voluto da vivo e non lo avrà neanche da morto".
"Vittorio non poteva entrare in Israele: lo avrebbero arrestato, in Israele era stato picchiato, incarcerato, era considerato un "indesiderabile". Vittorio era entrato a Gaza passando da Rafah e tornerà a casa attraversando lo stesso valico, che porta in Egitto".