Arriva il bus rosa di Priscilla, regina invernale del Ciak

Quasi cinquecento costumi utilizzati in una sera per più di duecento cambi, 60 parrucche e 150 paia di scarpe. Cifre di una produzione colossale, che ha portato il teatro che la ospiterà a Milano a riadattare la sala e aumentare il numero di posti disponibili da 1000 a 1600. Si tratta del musical italo-australiano «Priscilla la Regina del Deserto» che debutta questa sera al Ciak dove rimarrà per tutta la stagione 2011-2012, tempo in cui il teatro si chiamerà «Priscilla Palace»: una sfilata di vip (da Dolce e Gabbana a Simona Ventura, Alessandro Cecchi Paone e altri si presenterà alle ore 20.45, per vedere il lavoro dell’autore e regista australiano Stephan Elliott, che esordì in forma di musical nel 2006 a Sidney, a sua volta tratto dal film commedia (sempre di Eliott) «Priscilla la regina del deserto» del 1994, e già vincitore di vari riconoscimenti, tra cui un premio Oscar nel 1995 per i migliori costumi.
Tre amici partono da Sidney (Australia) a bordo di un vecchio bus rosa, Priscilla, per raggiungere la città di Alice Springs: non sono tre amici qualsiasi, ma Bernadette, Mtzi Del Bra e Felicia, nomi d’arte Ralph, Tick e Adam. Si tratta, infatti, di attori molto particolari, Drag Queen: grazie ad un ingaggio, decidono di lasciare Sidney e portare il loro spettacolo nell’entroterra australiano. Durante il viaggio si riallacceranno rapporti (tra il figlio di Tick di otto anni, Benjamin, di cui Bernadette e Felicia scoprono l’esistenza arrivate a Springs), e avverranno importanti cambiamenti nella vita dei protagonisti. Una avventura on the road» che vede in scena un cast di quasi trenta giovani attori, ballerini e cantanti per uno spettacolo spumeggiante, forse kitch ma mai volgare: si racconta dei valori dei sentimenti. La scena si svolge intono al bus rosa, imponente e dal peso di 6 tonnellate, e le musiche comprendono intramontabili successi internazionali (come «I Will Survive», «Go West», «Material Girl», fino a «The Good» di Morricone).

«Ci sono situazioni un po’ forti che abbiamo smorzato – dice Daniele Luppino, fondatore del Mas e primo produttore a pensare di portare Priscilla in Italia -. Non c’è niente di eccessivamente sconvolgente, vogliamo che sia uno spettacolo per tutti».

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