Arriva Kobe Bryant e scoppia la rissa per giocare con lui

La folla è in delirio, almeno un migliaio di persone ha atteso ieri Kobe Bryant, la stella dei Los Angeles Lakers, che, complice lo sciopero della Nba, è in Italia per un tour organizzato dallo sponsor Nike. Tour che l’ha visto ieri sotto la Madonnina al Nike Stadium di Foro Buonaparte e al campo di basket del Parco Sempione per la finale e le premiazioni del torneo 3 contro 3. Grande festa, grande gioia, il pubblico a intonare cori da stadio per il campione che con l’Italia ha un feeling particolare: suo padre Joe ha giocato a Rieti. Reggio Calabria, Pistoia e Reggio Emilia e lo stesso Kobe è stato con lui dai 6 ai 13 anni in Italia. Al punto da parlare in modo perfetto la nostra lingua. E sulla possibilità di vederlo giocare da noi, Bryant si è sbottonato: «Giocare in Italia? E’ possibile e per me sarebbe un sogno. C’è un’opportunità e ne stiamo parlando proprio in questi giorni. Vediamo cosa succederà, oggi non ci sono novità, magari domani». Per poi continuare: «Giocare dove ha giocato mio padre, troppo bello e poi io amo l’Italia al punto che qui verrò sempre in vacanza e se dovessi fermarmi per una stagione, con me verrebbe anche la mia famiglia». La Virtus Bologna lo vuole a tutti i costi e per 10 partite del nostro campionato dal 9 ottobre al 16 novembre gli ha offerto 2,5 milioni di dollari lordi. In attesa che riparta la Nba, qualcuno del clan Bryant ha mormorato: si può fare.
Entusiasmo alle stelle dunque, in particolare al Parco Sempione dove per omaggiare Kobe si sono presentati in tanti ex campioni del passato e anche l’interista Marco Materazzi, ma qualche malumore si è comunque registrato. E un piccolo fuori programma c’è stato poco prima della finale del torneo poi vinto dai “Semplici Conoscenti” quando un giovane di colore ha fatto irruzione sul campo di basket mentre si stava svolgendo il mini torneo facendo volare sedie, scatole, bottiglie e provocando una breve colluttazione sedata immediatamente e in modo soft dalla security. L’invasore ha spiegato di far parte di un gruppo di persone che quotidianamente gioca sul campetto del Parco Sempione, il più famoso playground di Milano, e di avere protestato per il mancato coinvolgimento e invito alla manifestazione.
«Siamo ogni giorno in questo campo - ha detto un altro membro del gruppo, Abdoul Mbacke, 27enne con passaporto diplomatico che lavora per il Consolato del Senegal a Milano -. Quando i canestri si rompono, siamo noi ad aggiustarli. Ci spiace per il comportamento del nostro amico che ha esagerato, ma ci sarebbe piaciuto essere coinvolti in questa iniziativa, visto che ci prendiamo cura del campo». Deluso anche Steeve Ciairicia, ex nazionale di basket francese, che sperava di potersi esibire sotto gli occhi di Kobe. «Un po’ di considerazione per noi sarebbe stata ben vista, peccato non aver partecipato al torneo», il suo commento. Il gruppo, formato da africani ma anche italiani, svizzeri e francesi, è poi rimasto a guardare la manifestazione a bordo campo. «Avrei voluto giocare - ha proseguito Abdoul - anche perché sono alto 2 metri e 5 centimetri e gioco meglio di Kobe Bryant, anche se lui ha avuto più fortuna di me», ha concluso sorridendo.


La Nike, organizzatrice dell’evento, ha in seguito precisato che era stato contattato Adama, un ragazzo considerato una sorta di capo organizzatore del playground, che al momento però si trova in Svizzera e quindi non ha potuto predisporre una squadra per partecipare al torneo. Quanto a Bryant, ha garantito foto autografate e al gruppo dei delusi un arrivederci per una eventuale prossima occasione.

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