Arso vivo. Voleva aiutare la sorellina

Viareggio. La descrizione più agghiacciante la dà Andrea Nicolini, coordinatore del 118 che ha alle spalle una notte insonne di lavoro: «Un paragone? Ci siamo trovati di fronte una situazione simile a quella di un disastro aereo» ha detto durante la conferenza stampa convocata presso l’ospedale Versilia del Lido. A pochi metri di distanza, lacrime e disperazione di chi si è salvato e di chi ha perso dei cari nella tempesta di fuoco della notte, si mischia alla normalità che faticosamente sta riassumendo il pronto soccorso del nosocomio versiliese. Su una panchina, consolata da parenti e amici, siede Ayad, 21enne di origine marocchina, da 10 anni a Viareggio. Nel rogo ha perso una fratello di 17 anni, Hamza, e una sorellina di 3, e ha tuttora la madre in pericolo di vita. «Mio fratello è morto ieri sera, la mia sorellina di tre anni stamani, la mia mamma se ne sta andando e il babbo è ricoverato a Massa. Io ero con loro a casa – ha detto – ma a me non è successo niente. Eravamo tutti in piedi, avevamo appena finito di cenare. Abbiamo sentito un forte odore di gas e mio babbo si è avvicinato ai fornelli per controllare se qualcuno perdeva.

Quando sono fuggita c’era fumo dappertutto e odore di gas; solo al momento in cui sono arrivata al giardino c’è stata la fiammata grossa ma dietro di me i miei parenti non c’erano più». Hamza aveva provato a portare in salvo la sorellina: è svenuto sul pavimento di casa, poi è morto asfissiato. Più tardi una sorella Ayad lo ha riconosciuto in ospedale. Grazie solo alla catenina.

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