Art Déco, tour fra le bellezze e i grandi progetti di Milano

A Palazzo Reale 250 opere del periodo (anni '20 e '30). Mappe degli edifici in stile: la Centrale e Villa Necchi

Art Déco, tour fra le bellezze e i grandi progetti di Milano
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Il dipinto «Piccola russa» di Mario Cavaglieri ci accoglie al primo piano di Palazzo Reale e con la sua posa elegante apre «Art Déco. Il trionfo della modernità», un viaggio tra opere d'arte, mobili, abiti, suppellettili e disegni di quell'incredibile epoca, tra gli anni Venti e gli anni Trenta, in cui l'Europa ha vissuto l'euforia che rendeva tutto possibile (da oggi e fino al 29 giugno, una produzione del comune insieme a 24 Ore Cultura, a cura di Valerio Terraroli).

A cento anni dall'Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes, aperta a Parigi nel 1925 e che codificò ciò che oggi chiamiamo Art Déco, questa mostra a Palazzo Reale sottolinea il contributo italiano a quella gagliarda stagione di trionfo della decorazione. Ci si muove tra artigianato artistico e prime produzioni industriali e se certamente ci sono dipinti che non passano inosservati (come «La bella» di Anselmo Bucci e «Wally Toscanini» di Alberto Martini, entrambi ipnotici) l'esposizione è una celebrazione dell'arte a trecentosessanta gradi. Circa duecentocinquanta le opere che arredano le sale di Palazzo Reale: ci sono vetri, porcellane, maioliche, centrotavola, sculture, tessuti, gioielli e poi riproduzioni di manifesti e riviste dell'epoca, valorizzate da una serie di efficaci installazioni multimediali, curate da Storyville, che ci restituiscono ancor di più le atmosfere di un periodo irripetibile e affascinante, quando l'Europa viveva inconsapevolmente sospesa tra due guerre. Scandita in quattordici sezioni, questa è una mostra che sorprende il visitatore sala dopo sala. A Milano, ad esempio, è dedicata una apposita sezione dove una mappa, partendo dal Padiglione Reale della Stazione Centrale, capolavoro del tempo, segnala, da Villa Necchi al Caffè Camparino, i quaranta edifici e monumenti Art Déco nei diversi quartieri. Al cuore de percorso brillano i progetti presentati dagli artisti italiani all'Esposizione Internazionale nella Ville Lumiere e su tutti il genio creativo di Gio Ponti che per la Richard Ginori realizza capolavori senza tempo. Accanto alle sue porcellane, le opere ideate da Tomaso Buzzi, Paolo Venini, Galileo Chini, dell'artista del vetro Vittorio Zecchin, del maestro ebanista Ettore Zaccari, dell'orafo Alfredo Ravasco. Li ritroviamo nelle sale seguenti, che ricordano le successive biennali internazionali di arti decorative, ospitate nella Villa Reale di Monza dal 1923 al 1930: proprio da queste sperimentazioni che uniscono arte e artigianato nascerà il made in Italy.

Tra la passione per l'esotico nelle suppellettili, la sperimentazione nella moda e nell'arredamento e

quel gusto elegante ed emancipato tipico di una stagione piena di promesse, si arriva incantati all'ultima sala: sono giunti gli Anni Trenta con il loro «ritorno all'ordine» e la grazia lieve del Déco è già passata di moda.

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