Arte Paesaggi molto classici e romani

Ci sono anche due ritratti ottocenteschi di Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia de Montijo, eseguiti da Franz Xavier Winterhalter - apparentemente estranei al percorso espositivo per ufficialità dell’immagine e atmosfera di corte ma giustificati dalla provenienza dall’area di Nemi - tra le opere riunite nell’esposizione «La campagna romana dai Bamboccianti alla Scuola Romana», fino al 14 febbraio al Complesso del Vittoriano. In un vero e proprio viaggio attraverso secoli e luoghi diversi, la mostra, che vanta inediti di Coleman, Sartorio, Knébel, Overbeck, Turcato e Joris, illustra seduzioni e suggestioni dei luoghi del Grand Tour, quando tra fine Seicento e Settecento Roma e i suoi dintorni erano considerati tappa obbligata da artisti ed intellettuali in viaggio sulle rotte di storia ed arte, o più semplicemente della bellezza, ma anche gli «strascichi» otto-novecenteschi di quelle stesse rotte, fino ad arrivare alla contemporaneità. Protagonista è la campagna di Roma appunto nei suoi diversi aspetti e nelle sue tante interpretazioni, da quella popolare dei Bamboccianti, con scene quotidiane che hanno per protagonisti banditi, prostitute e mendicanti alle raffinate esecuzioni di Rosa da Tivoli e le vedute monumentali di Gaspar van Wittel, dalle atmosfere «oziose» settecentesche ai paesaggi «eroici» ottocenteschi, decadenti e decaduti, dominati da antiche rovine.

Fino alle visioni, a volte essenziali, a volte immaginifiche, del Novecento, con i XXV della Campagna Romana, la Scuola Romana e contemporanei come Ugo Attardi, con l’inedito «Ponte sul Tevere», e Valeriano Ciai. Non manca una sezione dedicata a chi in quei luoghi viveva, tra costumi e ritratti. L’ingresso è libero.

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