Franco Ragazzi, noto critico d'arte e curatore di mostre, da poco prematuramente scomparso, ha fatto in tempo a colmare un grande vuoto, regalandoci un elegante volume di arte moderna e contemporanea ispirata dal paesaggio ligure ad artisti dell'Ottocento e della prima metà del Novecento, giunti da fuori («foresti») e subito irresistibilmente attratti dalla sfolgorante bellezza dei luoghi, da Bordighera a Lerici. «Riviere Magiche. Artisti in Liguria fra Monet, De Chirico e Picasso» conduce per mano il lettore attraverso un percorso di gioia per gli occhi e di forte emozione, alla scoperta di come la sensibilità di ognuno degli artisti considerati abbia saputo cogliere luci, colori e sensazioni per esprimerli in un proprio inconfondibile stile. E si tratta di artisti di prim'ordine. A cominciare da William Turner, le cui atmosfere evanescenti ci offrono suggestive vedute di Genova dalla costa e dalle alture, dipinte tra il 1828 e il 1850. Per continuare con Camille Corot e la sua «Veduta di Genova da Villa delle Peschiere» del 1834, quindi Claude Monet e gli alberi di olivo, i giardini lussureggianti e le ville di Bordighera.
Attraverso lettere, diari e autobiografie, Ragazzi ricostruisce episodi, impressioni e vicende storiche legate ad ogni pittore ed al suo soggiorno, lungo o breve, in Liguria, ricordando in particolare il «Grand Tour», viaggio culturale con meta l'Italia, moda lanciata dagli aristocratici inglesi nel Seicento e poi seguita, nei secoli successivi, da ricchi borghesi e giovani artisti.
Il titolo «Riviere Magiche», spiega l'autore, riprende quello della mostra antologica da lui curata nel 1992, per il centenario della nascita di Alberto Salietti, perché magico resta il momento, negli anni Venti, in cui Salietti e gli altri pittori di Novecento si trasferirono a vivere e lavorare in Liguria, creando uno straordinario centro di arte e cultura. Non solo: l'aggettivo «magico» ricorre anche nelle lettere di Monet da Bordighera e ben si adatta ai risultati della ricerca realista di Carlo Carrà, culminati nel capolavoro dipinto nel 1921 a Moneglia, «Il pino sul mare».
Tra gli oltre trecento artisti considerati, il pittore fiorentino Telemaco Signorini, con una delicata sinfonia di azzurri e di grigi in «Tetti a Riomaggiore» (1892-1894) e Plinio Nomellini con straordinari esempi di realismo sociale in «Piazza Caricamento» (1891) e «Mattina in officina» (1893). Senza dimenticare, nella prima metà del Novecento, Antonio Discovolo fra Manarola e Bonassola, Paul Klee a Genova, Vassily Kandinsky a Rapallo, Max Pechstein nelle Cinque Terre, le ricerche sperimentali di Lucio Fontana ad Albisola, i soggiorni di Oskar Kokoschka a Genova e Rapallo, la figura e l'opera di Filippo Tomaso Marinetti, ideatore e promotore del Futurismo in Liguria, Michele Cascella e la prediletta Portofino.
Giorgio De Chirico dedica una tela metafisica alla Lanterna nel 1918, dipinge dal vero il porto di Genova nel 1933 e nel dopoguerra crea una fantasiosa interpretazione dell'antico castello sul mare di Rapallo.
Franco Ragazzi, «Riviere Magiche. Artisti in Liguria fra Monet, De Chirico e Picasso», De Ferrari Editore, pagg.160, euro 27.
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