Artisti di strada esentati dalla tassa L’opposizione contro le nuove regole

Artisti di strada esentati dall’occupazione del suolo pubblico? Non se ne parla, almeno in centro. Parola del consigliere comunale della Lega Alessandro Morelli. Questione di equità. Il nuovo regolamento per l’occupazione del suolo pubblico, che ha portato alle stelle le tariffe - i traslocatori per errori di calcolo si sono visti aumentare la tassa per l’occupazione del suolo fino al 1800% così come i mercatone dell’Antiquariato sul Naviglio Grande e quello dei libri usati in piazza Diaz e «agli artisti di strada il comune riserva un trattamento di favore?». Il nuovo regolamento per gli artisti di strada elaborato dal consigliere di Sel Luca Gibillini e dal collega del Pd Filippo Barberis, che dovrebbe approdare in aula tra un mese circa, prevede l’esenzione dalla Cosap per «le espressioni artistiche di strada». Diverso il trattamento riservato ai mestieri di strada, ovvero chi vende il prodotto del proprio ingegno o estro creativo, soggetto a pagamento. Anche per loro però gli aumenti delle tariffe sono stati del 700% «diventando insostenibili - spiega Barberis - soprattutto per chi fa di questo un mestiere e quindi si trova a pagare tutti i giorni tariffe aumentate di 7 volte».
Ma il regolamento, articolato in dieci pagine, prevede anche l’eliminazione della burocrazia, permettendo a musicisti, mimi, clown, anche di prenotare lo spazio scelto sul momento senza dover richiedere, come avviene ancora oggi il permesso ai vigili, almeno con tre giorni di anticipo. «Un vantaggio anche per Palazzo Marino - spiega Gibillini -: la singola pratica infatti costava al Palazzo 3,50 euro contro una tariffa oraria pagata 2,10 euro».

Diverse le obiezioni del vicesindaco Riccardo De Corato che si pone il problema del centro: «Con le nuove regole il rischio è che il centro, da via Dante a San Babila venga letteralmente preso d’assalto dagli artisti con conseguente sovraffollamento delle vie. È necessaria una precisa distribuzione degli spazi. Così bisognerebbe mettere un limite ai decibel: ci sono cantanti e musicisti che hanno impianti stereo potenti, che disturbare chi lavora lì vicino».

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