Numeri in crescita e una sempre maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale.
Si sviluppa lungo questi binari la corsa di Arval, società del gruppo Bnp Paribas leader in Italia nel noleggio a lungo termine, con una quota di mercato superiore al 20 per cento.
Nonostante una prima parte dellanno penalizzata dalla normativa fiscale sulle auto aziendali, il 2007 si è chiuso con un aumento del 9% del parco gestito, passato da 96mila a 105mila veicoli. Buone notizie anche sul fronte delle nuove immatricolazioni, attestatesi a quota 32mila, così come del fatturato, che ha sfondato il tetto dei 680 milioni.
«Lanno scorso, inoltre, ha segnato lavvio della collaborazione con Bnl - interviene Paolo Ghinolfi, amministratore delegato di Arval -: attraverso gli sportelli dellistituto, acquisito da Bnp Paribas, abbiamo accresciuto la presenza sul territorio, portando il prodotto noleggio a contatto con aziende che prima non lo conoscevano». E risultati non si sono fatti attendere, tanto che al 31 dicembre erano già mille i nuovi contratti sottoscritti grazie al canale Bnl.
Forte di queste performance, Arval affronta il 2008 con lobiettivo di confermare i trend di crescita sui diversi segmenti di clientela. A cominciare da quello, sempre più strategico, delle piccole imprese e dei professionisti, che rappresenta l11% del pacchetto clienti della società, per arrivare agli enti pubblici (12%), alle multinazionali (25%) e alle medie e grandi aziende nazionali, che fanno la parte del leone con il 52% della flotta.
I numeri, però, non sono tutto. E allora ecco che Arval, da sempre attenta a sposare le esigenze del business con quelle della responsabilità sociale, propone ai suoi interlocutori di seguirla sulla strada della sostenibilità. Lo fa attraverso Ecopolis, un progetto nato un paio danni fa dalla collaborazione con LifeGate, che oggi si concretizza con liniziativa Ecopolis Fleet, studiata per offrire alle aziende la possibilità di rendere eco-compatibili i propri parchi auto, riducendone o compensandone le emissioni nocive fino a ottenere flotte a impatto zero».
La battaglia per una mobilità più pulita, però, non si combatte solo a livello aziendale.
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