Un incidente tanto drammatico quanto raro; per spiegare in termini scientifici la dinamica dellintossicazione da zolfo gli esperti devono far riferimento a casistiche di fine Ottocento, in età preindustriale, quando le morti nelle solfatare erano allordine del giorno.
La tragedia avvenuta ieri a Molfetta ha infatti pochissimi precedenti negli ultimi decenni. Giancarlo Umani Ronchi, professore di medicina legale alluniversità la Sapienza di Roma, è stupito nellapprendere le modalità della tragedia: «Sinceramente - confessa - in tanti anni è la prima volta che sento un episodio del genere, sono casi rarissimi». Rari, ma fatali: «Quando si formano vapori di zolfo - spiega lesperto - di anidride solforosa o idrogeno solforato, il sangue non si ossigena più, viene bloccata lemoglobina, e si muore per asfissia. Non respiratoria, ma sanguigna». E la morte è rapida: «Non cè molto tempo, quasi subito interviene la perdita di conoscenza, che probabilmente è quello che è capitato agli operai scesi nella cisterna per tentare di soccorrere la prima vittima, e si muore».
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