«Fai seccare gli asparagi e mettili di nuovo in acqua calda: li renderai più sodi». Così Apicio, nel I secolo d.C., ne «Larte culinaria», illustra conservazione e cottura degli asparagi, facendone poi lingrediente principe di una golosa torta. Più che una semplice ricetta, una importante testimonianza di quanto gli antichi romani apprezzassero questo alimento. Originario della Mesopotamia, lasparago appare, per la prima volta, in un testo greco del III secolo a.C., ma onore e piacere della «scoperta» gastronomica vanno ai Romani, che, più che sulle proprietà curative, si concentrarono sul sapore.
Catone parlò delle tecniche dimpianto. Marziale ne elogiò la tenera polpa. Svetonio descrivendo unimpresa di Augusto disse che era stata «più veloce della cottura degli asparagi», fornendo una nota culinaria valida ancora oggi. Plinio il Vecchio, nella «Naturalis Historia» scrisse: «La natura volle che gli asparagi fossero selvatici perché ciascuno potesse raccoglierne». Dallantichità, la «passione» alimentare è arrivata ai giorni nostri, tanto che gli asparagi sono uno dei primi segni della primavera che compare sulle tavole dei romani. Dalle case ai ristoranti. Non senza ragione.
Ricchi di fibre, vitamine, sali minerali, proteine e antiossidanti, gli asparagi sono poveri di calorie (100 grammi bolliti in acqua senza sale ne contengono soltanto 41) caratteristica questa che li rende particolarmente adatti alle diete. Hanno, però, la «controindicazione» di essere stimolanti per lappetito. Non mancherebbero «magie». Per i greci erano afrodisiaci, per i latini rigeneravano il corpo. DallInghilterra, in questi giorni, arriva, addirittura, la notizia di unindovina che vi leggerebbe il futuro.
Nel Lazio ci accontentiamo di goderne il sapore davvero speciale. Particolarmente pregiate sono, infatti, la produzione «mangiatutto» - ovvero senza parti da scartare - di asparago verde di Montalto di Castro e quella di Canino, dove è praticata la geotermia, riscaldamento delle radici, che consente una maturazione precoce. In natura - e in cucina - lasparago ha più colori e sapori. Quello bianco, che germoglia sotto terra, ha un gusto delicato. Il violetto, più amarognolo. Quello verde, unico a non dover essere pelato, è dolciastro.
Quale che sia il colore, al momento dellacquisto, bisogna badare a che i turioni siano dritti, sodi, integri, senza ammaccature e i gambi siano poco legnosi. «Si conservano - spiegano al Centro Agroalimentare di Roma - in frigorifero, avvolti in un panno umido, per circa quattro giorni, oppure si possono immergere in acqua fredda, ma non durano più di un giorno».
Prepararli è semplice: si toglie la parte finale del gambo, più fibrosa, si legano in mazzetti e si procede alla cottura. Ma questa è solo la tecnica «base». Le idee non mancano. Alla Pergola dellhotel Cavalieri Hilton, il maestro Heinz Beck predilige quelli bianchi, che propone gratinati con spuma di parmigiano o marinati come letto per triglia con uovo e pancetta (via Cadlolo 101; 0635092152). Asparagi e zabaione alla noce moscata accompagnano la coda di rospo avvolta nel lardo firmata da Francesco Apreda, chef di Imàgo il ristorante emergente al rooftop dellhotel Hassler (piazza Trinità dei Monti 6; 0669934726). Più «classiche» le ricette del ristorante Alla Rampa (piazza Mignanelli 18; 066782621) dove gli asparagi sono alla parmigiana o alla Bismarck, con uovo, ma accompagnano pure scaloppine di vitello. Elaborate le portate con asparagi del Margutta (via Margutta 118; 0632650577), dal tortino di crespelle al cous cous alla mimosa con carciofi, fino alla torta, che ne usa le punte con fiori di zucca e provola, su letto di asparagi selvatici. Arancia Blu ne fa uno sformato con julienne di porri croccanti o polpettine con salsa di tè al bergamotto, zenzero e soia (via dei Latini 55; 064454105).
Per chi avesse voglia di andare alla ricerca di sapori tradizionali, non mancano appuntamenti ad hoc, dalla sagra di Montalto di Castro, a fine mese, a quelle di Riofreddo e San Giorgio a Liri, questultima dedicata alla frittata di asparagi, entrambe a giugno.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.