Fabrizio De Feo
da Roma
Marco Follini prende atto della sua «solitudine». Sveste labito da segretario e mette nero su bianco le sue dimissioni. Un colpo secco che consente al partito di via Due Macelli di voltare pagina e uscire dallequivoco dei due «fratelli di fede centrista» ormai separati in casa e in aperto contrasto sulla linea politica da seguire in vista dello sprint finale verso le elezioni.
Luscita di scena dell«Harry Potter» della politica fa scattare, però, una situazione da «sede vacante» dentro lUdc, aprendo la contesa per quella che sarà inevitabilmente una successione pro-tempore in attesa del grande ritorno di Pier Ferdinando Casini. La questione della scelta del nuovo segretario verrà affrontata il prossimo 24 ottobre, in una apposita riunione del Consiglio nazionale del partito. Le ipotesi in campo sono diverse. Si va da una reggenza affidata ai due vicesegretari Mario Tassone e Salvatore Cuffaro fino a un quadrumvirato. Più probabile, però, che alla fine emerga una indicazione secca a favore di Mario Tassone, Lorenzo Cesa, Rocco Buttiglione o Mario Baccini. In questo composito quadro cè anche chi, come Bruno Tabacci, sogna una ricucitura con lex segretario ma il duro jaccuse folliniano di ieri non sembra lasciare alcuno spazio per un recupero in zona Cesarini.
Quel che è certo è che, una volta nominato il segretario reggente, secondo lo Statuto, il Consiglio nazionale entro sei mesi dovrà convocare un congresso straordinario. In questo senso già circolano alcune date possibili. «Proporrò di tenere un congresso straordinario a fine gennaio per avere un vero segretario» annuncia leurodeputato Lorenzo Cesa. «Ritengo che solo Casini sia in grado di prendere in mano le redini del partito. Io non sono disponibile e neanche mi sento in grado di farlo. Dovremo comunque trovare una soluzione fino al congresso, tenendo presente che lo statuto non prevede una reggenza collegiale».
In realtà pare che Pier Ferdinando Casini sia tuttaltro che entusiasta allidea di tenere un congresso straordinario prima delle elezioni con il rischio di lacerare il partito in una conta interna nel bel mezzo della campagna elettorale. «Quelle energie sarebbe meglio spenderle in altro modo» dicono alcuni parlamentari di via Due Macelli. Ma, al contrario, cè anche chi liquida come «un errore» non legittimare il nuovo segretario con una indicazione congressuale. «Dovremo ragionare insieme su come, in tempi utili, far scendere in campo Casini per guidare lUdc» dice il ministro della Funzione Pubblica, tra i favorevoli allipotesi congressuale. Lo stesso Baccini coltiva, in prospettiva, un obiettivo preciso e ambizioso per i prossimi mesi: la candidatura per il Campidoglio. Per questo ha ordinato un sondaggio per verificare quanto sia «attaccabile» Walter Veltroni. Il test ha fornito esiti confortanti. Attualmente, infatti, lattuale ministro della Funzione Pubblica opposto al sindaco di Roma perderebbe con dieci punti di scarto (55% contro 45%). Leggermente meglio andrebbe a Gianni Alemanno che toccherebbe quota 46%. Come dire che la partita contro lex segretario diessino è una missione difficile ma non impossibile.
Cè unaltra questione su cui il partito si interroga in queste ore. Cosa intende fare lUdc in questo scorcio di legislatura? Scegliere il lealismo e professare la religione della compattezza di coalizione oppure marcare la sua identità e continuare a distinguersi? Di certo il nuovo matrimonio celebrato con Silvio Berlusconi, sullaltare della legge elettorale, è stato vissuto da molti come luscita da un tunnel.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.