Controstorie

Aspettando l'apocalisse Il fenomeno dei prepper

La catastrofe arriverà, non importa se naturale o una guerra. E un americano su quattro si prepara

Anna Muzio

Banane, cipolle e lamponi liofilizzati, latte in polvere, pasta e noodles istantanei, patate e carote disidratate, zucchero bianco e di canna e molte altre leccornie. Inscatolate in seicento lattine, per un totale di 36mila porzioni a 2000 calorie in media al giorno. Con le quali una famiglia di quattro persone può sopravvivere un anno. Scadenza a 25 anni. Prezzo 6mila dollari, anzi 5.999,99, spese di spedizione incluse. Sono in vendita da CostCo, catena di supermercati all'ingrosso americana che propone a prezzi stracciati una vasta gamma di prodotti, dall'anello di fidanzamento di diamanti al tosaerba, alle lasagne pronte. E ora anche kit di sopravvivenza per Prepper, così si chiamano coloro che pensano che la fine del mondo, o quanto meno una catastrofe epocale, sia vicina, e si preparano per affrontarla, immagazzinando cibo e altri attrezzi utili.

Il fenomeno dei Prepper non è nuovo negli Stati Uniti. Ma, vuoi per le minacce dalla Corea del Nord, che hanno fatto tornare in auge timori di una guerra nucleare, vuoi per gli uragani sempre più violenti che si abbattono sulle coste, si sta diffondendo sempre più. I kit di CostCo (ce ne sono tre a partire da mille euro, anche per single o palati meno esigenti) hanno fatto notizia. Ma esiste tutto un «mondo Prepper». Spopolano i giochi elettronici a tema: il più noto è 60 seconds! e simula una catastrofe nucleare, ponendo le domande essenziali: chi porterete in salvo, quante provviste vi servono, che farne del gatto? E c'è un mondo di siti, canali youtube e negozi dedicati pronti a dispensare utili consigli su come sopravvivere all'apocalisse.

Secondo una ricerca del sito di finanza finder, negli Stati Uniti i Prepper che si sono attrezzati a seguito di avvenimenti recenti sarebbero 68 milioni, un americano su quattro, un po' più uomini che donne, con una netta prevalenza di under 35. Ma in 168 milioni avrebbero comprato almeno una volta nella vita un kit di sopravvivenza. La spesa media, tra viveri, assicurazioni e ristrutturazioni della casa in vista del fatale evento, sarebbe di 5mila dollari.

Il motivo della catastrofe può essere diverso e, come ricorda un sito, non deve essere oggetto delle speculazioni di un Prepper che deve predisporre solo due buoni piani: uno nel caso debba nascondersi dentro casa e uno per stare all'esterno. Ma i candidati che potrebbero annientare il pianeta, o metterlo in ginocchio sterminando la maggior parte della popolazione, sono soprattutto le catastrofi naturali, tra innalzamenti climatici, causa di tifoni estremi, o scioglimento dei ghiacci polari, devastanti terremoti come il Big One atteso in California o eruzioni di grandi vulcani. Poi ci sono le guerre. E, proprio nel momento in cui l'intelligenza artificiale sta entrando pesantemente nelle nostre vite, tecnofobi o automatonofobi si immaginano un futuro in cui i robot si rivolteranno contro i creatori, sterminando il genere umano. Tra gli evergreen, l'impatto di un asteroide o una cometa.

Follie da «redneck» ignorante e facilmente impressionabile? Non solo. Ci sono i «Liberal Preppers» terrorizzati dagli esiti che potrebbe avere la guida al Paese del presidente Donald Trump. E i grandi miliardari, preoccupatissimi, come evidenziava Forbes il giugno scorso in un articolo. Molti, tra i quali Jeff Bezos di Amazon e Ted Turner, fondatore della CNN, avrebbero comprato grandi distese di terra in zone lontane dalla costa, ma fertili e ricche di materie prime tra Montana, New Mexico, Wyoming e Texas. E un aereo sarebbe sempre pronto a partire per raggiungere un «buen retiro», è il caso di dirlo, da fine del mondo. L'idea è che, in caso di catastrofe, soldi e oro sarebbe inutili, ma farebbe la differenza un territorio autosufficiente con coltivazioni e allevamenti di animali (come i 51mila bisonti di proprietà di Ted Turner, secondo proprietario di terra americano).

Ma c'è anche l'ala estremista, la quale pensa che l'unico modo per salvarsi dall'apocalisse sia cambiare pianeta, e l'unico candidato a portata di razzo è Marte, che ha il grande vantaggio, rispetto alla Luna, di avere riserve d'acqua proprie. La data della prima missione umana rimbalza da tempo, e al momento si è assestata al 2024, secondo Elon Musk, e al 2033 secondo il programma della NASA. Lontanissimo dallo stereotipo del millenarista della profonda provincia americana, il miliardario e inventore sudafricano «papà» del razzo SpaceX in varie interviste ha dato per scontato che una terza guerra mondiale, prima o poi, ci sarà. E dunque sarebbe proprio ora di cambiare aria.

E in Europa? Siamo più piccoli e abbiamo altre preoccupazioni, ad esempio gli attentati terroristici che, in Germania e Francia, hanno spinto alcuni ad attrezzarsi sul breve periodo, stipando in casa provviste per una settimana o un mese. Non mancano i siti, come il francese survivre.com, che vendono alimenti ed equipaggiamento da sopravvivenza a «militari e appassionati». Utile saperlo se avete desiderio di uova strapazzate in scatola. E c'è anche un sito italiano, prepper.it. L'importante però è non farsi prendere dal panico. Il consiglio degli esperti è questo: sii preparato ma goditi ciò che la vita ha da offrirti.

E ricordati che il giorno del giudizio, in fondo, potrebbe non arrivare mai.

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