Cronaca locale

"Aspettate che vi aiuto" Chimico 29enne muore schiacciato da un frigo

Il dramma all’interno dello Ieo, l’istituto del professor Veronesi Inutili i soccorsi immediati. La cella pesava oltre 4 quintali

"Aspettate che vi aiuto" 
Chimico 29enne muore 
schiacciato da un frigo

Un giovane consulente radiochimico ha perso la vita ieri pomeriggio schiacciato da uno strumento medicale di quattro quintali all’interno dei padiglioni dell’Istituto europeo di oncologia. Le circostanze sono tuttavia ancora tutte da chiarire in quanto fino a tarda sera lo Ieo non ha voluto o saputo fornire spiegazioni. Solo l’inchiesta avviata dall’Als e dai carabinieri della compagnia Monforte, potrà chiarire i contorni di questa tragica assurda morte. Una vera tragedia per l’Istituto pensato dal grande oncologo italiano Umberto Veronesi nel 1986 e poi diventato realtà nel giro di appena otto anni, grazie al contributo di istituti bancari e assicurativi e alcune delle più importanti imprese nazionali.
La vittima, Luigi Martano di 29 anni, originario della Puglia ma residente nel milanese, ieri pomeriggio verso le 15.30 si trova all’interno della struttura sanitaria di via Ripamonti 435 dove era stato chiamato per verificare alcune strumentazione. Mentre si trova nel sotterraneo tra i padiglioni 1 e 2 ha notato alcuni operai di una ditta esterna impegnati a spostare una cappa refrigerante pesante quattro quintali. Si trattava di una struttura medicale da trasferire da un reparto all’altro. Sembra, ma qui la ricostruzione si fa ancora più confusa, che vedendo i facchini in difficoltà, il giovane si sia offerto per dare loro una mano. Cosa sia poi successo non è chiaro. Ieri pomeriggio fino a tarda ora lo Ieo si è chiuso a riccio, respingendo ogni tentativo di ottenere ulteriori spiegazioni. Anzi l’ampia e moderna struttura immersa nel verde era presidiato da una mezza dozzina di guardie private con tanto di divisa, distintivo e radio con auricolare all’orecchio, impegnati a tenere alla larga i curiosi.
Dalle prime indiscrezioni sembra comunque che una mossa falsa da parte di uno dei facchini abbia fatto ondeggiare il pesante macchinario che, non più trattenuto, si sarebbe rovesciato travolgendo il giovane consulente. È stato lanciato l’allarme, chiamato altro personale per sollevare la cappa refrigerante ed estrarre il giovane radiochimico. Un’operazione che si è poi protratta per diversi minuti e alla fine il giovane in qualche modo è stato liberato ed estratto ancora vivo anche se privo di conoscenza.
L’allarme aveva nel frattempo fatto intervenire anche il 118 e i carabinieri della stazione di Porta Vigentina. L’ambulanza è però stata rimandata indietro in quanto la direzione sanitaria dell’Istituto oncologico, che rimane pur sempre un ospedale con attrezzate sale operatorie e chirurghi di fama internazionale, ha ritenuto più pratico intervenire direttamente. Anche perché inizialmente le lesioni riportate non erano sembrate così gravi.

Il corpo dello sventurato ragazzo è stato pertanto avviato al reparto di rianimazione ma è morto nel giro di pochi minuti, proprio mentre veniva sottoposto alla Tac (tomografia assiale computerizzata) per individuare eventuali lesioni interne.

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