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Assaggiava gli hamburger per McDonald’s Ingrassa 30 chili e l’azienda lo risarcisce

La catena di hamburger McDonald’s è stata condannata da un tribunale brasiliano a pagare la bellezza di cinquantamila mila dollari di risarcimento a un ex impiegato che è ingrassato di 30 chili nei dodici anni durante i quali ha lavorato nella multinazionale americana provando le cibarie. Una decisione choc che di certo crea un precedente non da sottovalutare. Lo ha deciso ieri il tribunale regionale del lavoro di Porto Alegre. Edson Zwierzinsky ha denunciato la McDonald’s perchè in qualità di gestore era obbligato a provare gli hamburger varie volte al giorno.
«Lo costringevano a provare molti prodotti giornalmente - ha informato il suo avvocato, Vilson Martins - Ingeriva quantità variabili di panini, hamburger, patate fritte e bibite gassate». Il tribunale ha obbligato la McDonald’s a pagare la cifra per danni morali, costo del trattamento contro l’obesità, e danni estetici.
Non è la prima volta che McDonald's viene messa sul banco degli imputati. Nel 2002 due ragazze statunitensi citarono in giudizio la catena di fast-food: «Se siamo obese è colpa sua», sostennero davanti ai giudici. La difesa puntò sul fatto che non c’erano prove che un’alimentazione basata sui fast-food avesse effetti simili. Per contrastare quest’osservazione, il regista Morgan Spurlock decise di diventare la cavia di un esperimento: un mese di solo cibo McDonald's, il tutto davanti ad una telecamera 24 ore al giorno. Il risultato divenne un documentario-denuncia dal titolo «Super size me». In 30 giorni ingrassò di 11 chili, e il fegato sembrava quello di un alcolista.

Gli effetti del documentario sono stati immediati: McDonald's ha ridotto le razioni delle patatine fritte e ha cominciato ad offrire nuovi tipi di menù.

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