Assalti ai blindati: il capo della banda sfugge all’arresto

La nuova «primula rossa» del banditismo sardo, Raffale Arzu, è riuscito ancora una volta e evitare le manette. Quindici uomini della sua banda, specializzata negli assalti ai furgoni portavalori, sono invece stati arrestati dai carabinieri. Arzu, dunque, resta libero e imboscato in chissà quale posto. Eppure il 10 luglio scorso era circolata la voce che il bandito sardo fosse pronto a consegnarsi alle forze dell’ordine a patto che il suo quadro indiziario «fosse chiaro». Il sardo vorrebbe essere giudicato e arrestato solo per alcune rapine tra il 2001 e il 2005, per le quali è stato condannato complessivamente a 14 anni di reclusione. Ma Arzu - come emerso del blitz perugino di ieri mattina - è sospettato di aver ucciso nel 2005 ad Umbertide, nel corso di una rapina alla filiale del Monte Paschi, il giovane carabiniere Fezzuoglio. E sarebbe anche il protagonista dell’assalto al portavalori del supermercato Pam di San Marco avvenuto nel 2007, con tanto di feriti dopo sparatoria, e di aver assaltato il portavalori sull’A14 lo scorso primo luglio. Non a caso è stato inserito nella lista dei 30 latitanti più pericolosi del Paese. La tecnica di assalto ai portavalori è para-militare. Un’auto si piazza davanti al blindato; un’altra da dietro lo tampona. Dai lati della strada arrivano 4 banditi che sparano all’impazzata contro il furgone. Poi fanno saltare il portellone con la dinamite o lo segano con un potente flex.

Le indagini, che hanno portato alla luce un’associazione per delinquere composta per lo più da soggetti di origine sarda con rapporti tra di loro definiti dagli investigatori di «natura familiare» erano state avviate lo scorso anno dopo l’assalto ad un portavalori della «Vigilanza umbra», avvenuto nel piazzale di un supermercato della frazione perugina di San Marco.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica