La febbre della contestazione contagia anche Milano. Quel che è accaduto alla festa del Pd ne è la prova. Un assalto in piena regola, quello che un drappello di militanti dei centri sociali ha diretto contro lo stand Aler e contro Pietro Ichino, il giuslavorista eletto al Senato proprio con i Pd.
La prefettura rassicura: «Non ci sono motivi particolari di preoccupazione». Ma la tensione è salita. E le aggressioni di lunedì a Lampugnano lo confermano. Sedie e scrivanie lanciate per aria, momenti di tensione e paura. Questo il racconto di uno dei dipendenti: «Ci siamo spaventati, soprattutto quando uno del gruppo che si è buttato addosso allo stand ha urlato Visto che voi sgomberate gli occupanti adesso vi sgomberiamo noi, e da qui il marasma».
Lautunno dunque si annuncia potenzialmente carico di minacce. E anche per questo, in vista di un appuntamento importante come la festa del Pdl, a Milano dal 23 settembre al 3 ottobre, si impongono contromisure adeguate. Si annuncia dunque la presenza in piazza di oltre mille uomini fra agenti e addetti alla sicurezza, incaricati di garantire che tutto scorra liscio, in un contesto difficile come il castello Sforzesco.
La coincidenza temporale con le (solite) tensioni che si registrano sul fronte della scuola e con il fermento nellarea antagonista e «antirazzista» suggerisce ladozione di misure particolari di sorveglianza nei 10 giorni di festa azzurra, e - inutile dirlo - in particolare nel giorno di chiusura, con larrivo in Duomo del premier Silvio Berlusconi, che riabbraccerà il suo «popolo» in quella stessa piazza in cui a dicembre subì un attentato non estraneo al clima di odio istigato contro di lui.
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