La bara al centro del palco, nellauditorium di via Don Milani. Coperta dalla maglia della squadra di calcio, da un mazzo di fiori gialli e da una cornice dargento con la foto, quella in cui Abba sorride con la canottiera bianca.
Abdoul Guiebre, per tutti Abba, è stato ucciso a sprangate dieci giorni fa a Milano, in via Zuretti, forse per il furto di un pacco di biscotti. Ieri a Cernusco sul Naviglio è stata allestita la camera ardente. Cerano cinquecento persone. Amici, conoscenti, tanta gente che neanche lo conosceva. Hanno fatto la fila per lasciare un messaggio, e per le condoglianze ai familiari. Il sindaco accompagnava i colleghi, il presidente della Provincia, gli assessori, la delegazione del Consiglio comunale di Milano, lassessore Mariolina Moioli.
La salma è stata portata a Malpensa prima delle 13, oggi alle 16 sarà imbarcata su un volo della Royal Air Maroc diretto a Casablanca, e poi a Ouagadougou. «Ringrazio soprattutto gli italiani che sono qui - ha detto il padre -. Spero che tutto questo affetto serva ad avere una giustizia vera». «Giustizia, non vendetta», ripetevano i ragazzi di colore davanti alle telecamere. Un po più in là si era riunito un capannello di amici di Abba. Parlavano fitti fitti, ma in italiano: «Quelli lì con un bravo avvocato staranno subito fuori, e invece dovrebbero creparci lì dentro». «Io andrò lì per guardarli negli occhi».
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