Roma. Assegni con importi irrisori, anche da 0,01 euro, sotto forma di conguaglio per straordinari, reperibilità ed attività urgenti svolte lo scorso anno. È quanto si sono visti recapitare in questi giorni, e non è la prima volta, decine di dipendenti della procura di Roma. Ma il fenomeno riguarderebbe anche i dipendenti di altri dicasteri. Una situazione grottesca - si afferma a piazzale Clodio - che alimenta linsoddisfazione ed il malumore dei lavoratori, alle prese da anni, con una situazione retributiva giudicata inadeguata e con «paletti» che impediscono la progressione in carriera. Nella maggior parte dei casi, ovviamente, gli assegni in questione non vengono incassati. Lo stipendio medio di un dipendente, considerando i diversi livelli professionali riconosciuti, è di circa 1.250 euro; dopo 30 anni di servizio si può raggiungere la cifra di 1.500 euro. Una situazione che ha radici lontane e che ha portato alla costituzione del Comitato dipendenti uffici giudiziari romani che, in un documento chiede, tra laltro, le dimissioni del ministro della Giustizia e del sottosegretario al Personale «per averci - sostiene lorganismo - economicamente e moralmente danneggiato». «Il ministero - afferma Enrico Sciarra, responsabile della Rsu Procura - spende soldi senza dare il giusto valore al personale.
Si investono risorse in lavori di ristrutturazione, in mobilio per gli uffici dei magistrati, ma vengono ignorate le nostre condizioni».
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