«Assurdo tenerlo ancora ai domiciliari»

«Il supertestimone dell’accusa è crollato, il religioso va liberato»

da Cosenza

La «tela» difensiva tessuta con pazienza dall’avvocato difensore di padre Fedele, Tommaso Sorrentino, è destinata ormai, nel giro di pochi giorni, a restituire il francescano più amato di Cosenza all’affetto dei suoi parrocchiani. «Non c’è una sola ragione al mondo per la quale padre Fedele debba rimanere ancora agli arresti domiciliari», spiega al Giornale l’avvocato Sorrentino. Che aggiunge: «Mantenere la calma non è stato facile, contro il mio cliente infatti si è scatenata un’operazione mediatica-giudiziaria dai contorni sicuramente censurabili». E a cosa si riferisca l’avvocato di padre Fedele è presto detto: dall’arresto show a misura di telecamere, ai tanti servizi giornalistici o pseudo tali che hanno dato del frate cappuccino un’immagine «non corrispondente alla verità». Nelle settimane scorse, chiuso nel monastero cosentino dove si trova agli arresti domiciliari, padre Fedele ha parlato più volte di un «complotto» ai suoi danni. Su chi lo abbia potuto ordire, però, è mistero fitto. Anche se lo psichiatra Francesco Bruno, consulente per la difesa, non ha mancato di avanzare ipotesi inquietanti sul presunto coinvolgimento di organizzazioni criminali e no «interessate all’attività di sacerdote manager messa in piedi da padre Fedele». Il quale, oltre all’Oasi Francescana, struttura modello di Cosenza, ha realizzato ospedali e villaggi in numerose missioni africane.

Di qui la grande popolarità di questo monaco, balzato però agli onori della cronaca per il suo impegno sportivo (è stato presidente onorario del Cosenza Calcio) e per altre attività piuttosto originali: prima fra tutte la «conversione» dell’ex pornostar Luana Borgia che, grazie alla sua «guida», ha abbandonato i set a luci rosse.

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