di Chiara Silvestri
«Continuiamo così, facciamoci del male». Recitava così un non simpaticissimo Moretti nel film «Bianca» e si direbbe che Genova, guidata dalla illuminata Vincenzi, ne abbia fatto il suo slogan ultimamente.
L'annosa questione del reparto maternità dell'Ospedale Evangelico, tanto caro a me quanto a moltissime altre utenti, dopo innumerevoli precedenti puntate, ha raggiunto ormai il livello di farsa.
È elementare: per ottemperare alla norma che prevede la chiusura dei punti nascite con meno di 500 nascite all'anno, invece di chiudere il reparto maternità del San Carlo di Voltri, che ne conta circa 200, spostiamo a Voltri il team dell'Evangelico, ambitissimo ospedale di centro città che registra oltre 800 nascite all'anno e condanniamo quest'ultimo ad una (neppure tanto) lenta morte! Lapalissiano, no?
Ma davvero qualcuno crede che una sostanziosa parte delle utenti accetterà di andare a partorire a Voltri? No di certo. Io stessa, che ho partorito due volte all'Ospedale Evangelico, arrivando peraltro entrambe le volte in zona Cesarini, credo di essere stata a Voltri un paio di volte nella vita e sicuramente non penserei di scegliere un ospedale per me così scomodo.
Inoltre il bacino di utenza del San Carlo, anche arricchito delle eccellenti professionalità presenti nel team dell'Evangelico, è e resta in cronica sofferenza, non essendo la zona una culla della fertilità, per età media della sua popolazione.
Il risultato finale (ed evidentemente auspicato) sarà quello che il reparto maternità del San Carlo si spopolerà dei suoi medici, che quasi certamente cercheranno riparo altrove, salvo poi chiudere comunque fra qualche tempo, per mancanza di aspiranti puerpere. Allora tanto vale dire «pane al pane» e chiuderlo subito l'Evangelico, senza trincerarsi dietro oscure e sicuramente costose logiche di riorganizzazione.
Anche a Genova centro comunque non ci sarà da ridere perché i reparti maternità degli ospedali del centro non sono in grado di ri-assorbire il carico dell'Evangelico. La maternità del Galliera, recentemente ristrutturata, è fantastica: ci sono le camere singole e l'aria condizionata, ma pochissimi letti. Ho amiche e parenti che sono state dimesse dopo 2 o 3 giorni avendo fatto il cesareo, figuriamoci cosa succederà quanto l'afflusso triplicherà. E anche a San Martino non c'è da stare allegri.
Prima o poi purtroppo succederà un grosso guaio e tutti in coro diranno «Io l'avevo detto!», all'italiana.
Il cittadino comune, come me, come tanti si chiede quali logiche governino l'azione dei nostri amministratori. Logiche clientelistiche, interessi particolari, è ovvio, perché quale logica (nessuna, appunto) può esserci se non quella alla base di una decisione tanto irrazionale?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.