Lapidi e monumenti funebri allasta: è questa la curiosa ma decisamente pratica decisione del Comune per lo smaltimento dei marmi che hanno superato i trentanni di età nei cimiteri. Il consiglio comunale ha infatti approvato il nuovo regolamento di Polizia Mortuaria, che consente allamministrazione di vendere i monumenti provenienti da sepolcri scaduti. Ad inaugurare questa pratica è il cimitero di Chiaravalle, dove è stato messo assieme già un primo gruppo di trecento lapidi che verranno messe in vendita a partire da gennaio.
I monumenti funebri verranno acquistati per la maggior parte dai marmisti, per i quali i pregiati materiali dei quali sono composti rappresentano un ottimo investimento. A qualcuno sembrerà una pratica poco ortodossa: eppure è niente rispetto al trattamento che fino a ieri subivano le vecchie lapidi.
Proprio quelle lastre di marmo, di fronte alle quali si soffre, si piange, si prega e ci si addolora per anni - e che rappresentano per chi resta uno dei simboli più forti e riconoscibili del caro estinto - fino a ieri, passato un certo numero di anni, venivano letteralmente distrutte a picconate.
«È da tempo che al Comune giungono le lamentele dei parenti dei defunti per questa procedura - spiega lassessore ai servizi civici Stefano Pillitteri -. I monumenti venivano frantumati a colpi di scalpello, una scena molto dolorosa da vedere per le persone. Oltretutto, questa distruzione costituisce uno spreco non indifferente, visto il valore del marmo». E in effetti, secondo le tariffe in vigore fra i marmisti, il più spartano dei monumenti non costa meno di 2mila euro.
«Il ricavato - spiega Pillitteri - sarà destinato ai funerali dei meno abbienti, e ad opere di restauro dei cimiteri».
Per ogni campo in esumazione, le direzioni dei singoli cimiteri e l'ufficio tecnico competente eseguiranno un sopralluogo per identificare i monumenti da destinare alla futura vendita, scelti tra quelli perfettamente integri e le lastre tombali con uno spessore non inferiore a 10 centimetri.
Prima di essere messe allasta, ad ogni modo, le lapidi subiranno anche il vaglio della soprintendenza ai beni culturali, per evitare il rischio di distruzione di opere di valore artistico e storico.
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