Gli astronomi: «Frankenstein è nato in una notte di luna calante»

L’astronomia è utile anche a scrivere la storia. Casi di datazioni effettuate a esempio con l’ausilio delle comete non sono rari. Basti pensare alla Historia Regum Britanniae redatta a Oxford dal vescovo Goffredo di Monmouth (1100-1155) in cui si cita il passaggio di una cometa nel cielo di Winchester proprio nel periodo in cui il re Aurelius Ambrosius venne avvelenato dal finto monaco sassone Eopa. Ma l’astronomia serve anche alla storia della letteratura. È stato per esempio appurato scientificamente che il romanzo gotico Frankenstein fu davvero ispirato a Mary Shelley (1797-1851), come racconta la scrittrice stessa, da una notte tempestosa di luna calante. Lo ha accertato un gruppo di astronomi dell’Università del Texas, guidati dal professor Donald Olson. Gli studiosi hanno verificato le affermazioni della scrittrice inglese a proprosito dell’ispirazione per creare la figura del dottor Victor von Frankenstein e del suo mostro, oltre alle altre testimonianze di amici della Shelley e sono arrivati alla conclusione che ciò avvenne durante «un sogno a occhi aperti» fra le 2 o le 3 della notte e l’alba del 16 giugno 1816, quando era in corso una burrasca sul lago di Ginevra. Il gruppo guidato da Olson ha quindi smentito la ricostruzione (certo, molto più romantica...) di Lord Byron il quale attribuiva l’ispirazione a una notte di luna piena.

«Il 16 giugno 1818 non ci fu alcun chiaro di luna», ha detto categoricamente il professor Olson, il quale ha già usato le tavole astronomiche per fissare la data della battaglia di Maratona e l’invasione della Gallia da parte di Cesare.

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