La stangata è partita, i milanesi ci faranno i conti dal primo settembre. La giunta di Pisapia ha votato ieri l’aumento del biglietto del tram da un euro a 1,5. La purga aziendali invece è scattata di buon mattino, azzerato in blocco il cda. Nel mirino, il presidente Elio Catania accusato dalla sinistra per maxistipendio e doppio incarico (ma resta in carica come dg, solo il cda ha potere di licenziarlo). E se il sindaco prova a spiegare che «non si tratta di capri espiatori o valutazioni politiche» poi ammette che è «grave» che «nel corso della campagna elettorale risorse dell’azienda siano state coinvolte in modo esplicito e senza interventi di censura nella regia della campagna elettorale di Letizia Moratti». Parla di «atteggiamenti discutibili dei vertici dell’azienda in questi anni» di «sprechi». Ma è durissima la reazione di Catania, «stupito e indignato». Nei 2 mesi dall’insediamento «non mi è stato mai concesso di essere ricevuto né dal sindaco né dal dg precludendo ogni possibilità di valutazione sul lavoro fatto. Stupisce quindi l’accusa di sprechi: l’azienda è sana, in utile, non indebitata. Si astenga il sindaco dall’esprimere giudizi che infangano il lavoro fatto e dica che questa scelta che non ha niente a che fare con conduzione manageriale e risultati, per me le uniche cose che contano». Anche la Moratti ribatte che «tra 2006 e 2010 le consulenze sono state ridotte da 4,3 a un milione, dimezzati i costi delle trasferte». E Atm «è l’unica azienda trasporti in Italia con bilancio in utile. É il più selvaggio e immotivato uso dello spoil system». Allo studio della giunta, la fusione Atm-Trenord. La protesta di Pdl e Lega si infiamma in aula. Per il lumbard Matteo Salvini «la fame di posti a sinistra è smisurata, stanno occupando tutte le posizioni possibili». Il Comune aprirà il bando di gara per il nuovo cda a giorni. Il Pdl Giulio Gallera avverte che c’è il rischio di buonuscite milionarie. Pisapia cita le recenti sentenze del Tar Lombardia e si sente in una botte di ferro. Alla peggio, visto l’andazzo, studierà una nuova tassa per i milanesi.
Nessuna retromarcia sull’aumento del ticket, prezzo bloccato almeno per l’abbonamento annuale e in corner anche per il mensile. Rinviate all’aula - difficilmente entreranno a regime prima di ottobre - le agevolazioni concesse dal sindaco Giuliano Pisapia e dalla sinistra per far digerire il colpo a pendolari e habituè dei mezzi pubblici. O trovare una mediazione con Cgil, Cisl e Uil che dall’annuncio degli aumenti una settimana fa hanno molto lentamente alzato la voce per dire no alla manovra. I bus saranno gratis per gli over 65 ma solo con reddito Isee sotto i 16mila euro (finora chi ha più di 65 anni pagava l’abbonamento al 50%). L’annuale studenti lascia il posto a quello «under 26» e per garantire agevolazioni a cassaintegrati e disoccupati (e far pace con i sindacati) ieri l’assessore alle Politiche sociali ha messo sul tavolo 500mila euro. Gli sconti saranno votati dal consiglio al rientro dalle ferie. Il biglietto singolo passerà da 75 a 90 minuti, l’assessore Piefrancesco Maran consiglia ai milanesi di «passare ad annuale o mensile» oggi gli abbonati sono 371mila. Il settimanale da settembre salirà da 9 euro a 11,3, il carnet da 10 biglietti da 9,2 a 13,8 euro, il giornaliero da 3,5 a 4,5.
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