Attacchi alle chiese e rappresaglia: 16 morti in Nigeria

Jos (Nigeria) Prima l’autobomba lanciata contro la chiesa che ha provocato sei morti fra i fedeli. Subito dopo la rappresaglia con un bilancio di 10 persone uccise. Cresce la tensione in Nigeria tra cristiani e musulmani dopo l’ennesimo attacco contro una chiesa avvenuta ieri mattina nella città di Jos, nel centro del Paese, già teatro di un altro attentato il 26 febbraio scorso, sempre contro una chiesa, che ha provocato tre morti.
In base a una prima ricostruzione, un attentatore suicida ha fatto esplodere la propria auto nei pressi della chiesa di Saint Finber, nel distretto di Rayfield, alla periferia di Jos. Quattro i morti, compreso il kamikaze, e diversi i feriti, anche se il numero non è stato ancora confermato, molti in condizioni gravi. Alcuni testimoni hanno invece parlato di otto persone morte di cui tre uccise dai soldati che hanno aperto il fuoco per disperdere la folla dopo l’esplosione. Poco dopo l’attacco suicida, è giunta la rappresaglia da parte di giovani cristiani che hanno ucciso più di dieci persone. «La situazione è grave», ha detto il funzionario della Sanità di Jos, Sati Dakwat. «Diverse persone sono rimaste uccise negli attacchi di rappresaglia, più di dieci».
Jos e le città vicine sono una delle zone più instabili della Nigeria. Migliaia di persone sono state uccise negli ultimi anni in scontri tra etnie cristiane e musulmane. Gli attacchi sono in aumento nel centro della Nigeria, zona a maggioranza musulmana, e nel sud, dove si trova il petrolio e a dominanza cristiana. I fondamentalisti islamici dei Boko Haram hanno rivendicato una serie di attentati mortali negli ultimi mesi, soprattutto nel nord della Nigeria.

Il gruppo ha già preso di mira i cristiani in diverse occasioni: l’attacco più grave è quello avvenuto il giorno di Natale quando un’autobomba è esplosa in una chiesa di Abuja provocando 44 morti. I Boko Haram rivendicarono la strage minacciandone altre.

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