Attacco col gas, panico a San Pietroburgo

Utilizzato il mercaptano, dal fortissimo odore di aglio

Roberto Fabbri

Decine di clienti di un supermercato di San Pietroburgo, la seconda città della Russia, sono stati intossicati ieri da un gas dal fortissimo odore di aglio. Sessantasei di loro hanno dovuto essere ricoverate all’ospedale, ma sembra escluso un atto terroristico; pare molto probabile, invece, che si sia trattato di un grave episodio di criminalità comune.
Oggetto dell’attentato, sul centrale Moskovskij Prospekt, il principale supermercato della catena Maksidom, che vende articoli per la casa, solitamente affollato nel periodo delle festività natalizie (in Russia è tradizione scambiarsi doni il 31 dicembre, in occasione del cenone di Nonno Gelo, la versione locale di Babbo Natale). Ma anche due filiali minori hanno rischiato di diventare teatro di un’intossicazione di massa: per fortuna, in questi episodi l’attentato non è però riuscito.
Erano le 11.30 del mattino quando si è verificata un’esplosione nel grande magazzino. Un gas dal penetrante odore di aglio e cavolo marcio ha impestato l’aria. La folla ha cominciato a tossire e ad accusare difficoltà di respirazione e si è diffuso il panico. Il supermercato è stato rapidamente evacuato e 78 persone si sono presentate all’ospedale con sintomi d’intossicazione; di queste sessantasei sono state ricoverate, ma solo una quindicina hanno dovuto essere trattenute per più di qualche ora, essendo ancora in preda soprattutto a nausea.
Nessuno sembra comunque in pericolo di vita. E col passare delle ore ci si è resi conto che quella fatta scoppiare al Maksidom non era molto più di una «bomba puzzolente» di enormi dimensioni. Secondo la polizia, gli attentatori hanno utilizzato del mercaptano di metile, un gas estremamente maleodorante che di solito viene usato in modestissime quantità per mescolarlo al gas da cucina, che per sua natura è inodore e quindi potenzialmente pericoloso, e renderlo così percepibile all’olfatto.
L’esplosione nel negozio di Moskovskij Prospekt sarebbe avvenuta quando un cliente ha inconsapevolmente urtato un cilindro che conteneva fialette piene di gas. Poche ore prima una donna delle pulizie aveva trovato in un altro negozio Maksidom un altro di questi cilindri, abbinato a un ingegnoso meccanismo in grado di provocare uno scoppio sia per contatto sia per mezzo di un timer. In altri due supermercati della catena Maksidom a San Pietroburgo sono stati trovati contenitori sospetti collegati a fili elettrici: gli artificieri li hanno neutralizzati dopo averli portati all’esterno.
Qualcuno, in tempi di terrorismo internazionale, ha subito pensato alla pista più inquietante, magari islamica o cecena. Ma la direzione della catena Maksidom ha denunciato in serata di aver ricevuto una lettera di minacce, nella quale si prometteva di «rovinare gli affari alla vigilia del Capodanno». I responsabili sarebbero dunque imprecisati concorrenti senza scrupoli o criminali appartenenti a qualche organizzazione dedita al racket. Ma non viene neanche escluso che qualche teppista abbia voluto divertirsi con uno scherzo di pessimo gusto, anche se sembra improbabile.
Un portavoce del ministero delle Emergenze russo ha dichiarato con sollievo che l’ipotesi di un attentato terroristico è a questo punto esclusa, e si tratta senz’altro di una buona notizia.

Rimane tuttavia il fatto che l’episodio di San Pietroburgo conferma la vulnerabilità delle società aperte ad atti potenzialmente pericolosissimi: se al posto del puzzolente mercaptano ci fosse stato un gas letale, quella del Maksidom sarebbe purtroppo diventata una tragedia indimenticabile.

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