«La finalità del ministero dellInterno ha sortito leffetto voluto: il sistema di monitoraggio delle forze dellordine nelle città lombarde - Milano, ma anche Bergamo o Brescia, come mi confermano i miei collaboratori - ha riscontrato una grande tranquillità nel giorno di Ferragosto. E il rafforzamento delle unità per lallarme terrorismo è stato interpretato da abitanti e turisti in senso rassicurante e non angosciante. Ma Milano è così. Ricorda quella serie di omicidi, uno dopo laltro, tra la fine del 99 e linizio 2000? La città ha sempre voluto collaborare con le forze dellordine. E in maniera intelligente».
Il generale Antonio Girone - 57 anni, da 37 nellArma, attuale comandante della Regione Carabinieri «Lombardia», ma già vicecapo della Dia (Divisione investigativa antimafia) e poi al vertice del primo reparto del comando generale di Roma (per intenderci, quello che gestisce tutto il personale dellArma, ndr) - è consapevole di quanto conti la figura del carabiniere sotto la Madonnina. E lui, con la sua estrema tranquillità, ne riassume caratterialmente e a livello decisionale, le caratteristiche migliori: grazie a lui e al colonnello Cosimo Piccinno, attuale comandante provinciale, i rapporti con la questura e il questore Paolo Scarpis non sono mai stati così buoni.
Tra domenica e lunedì sono state 21 le persone arrestate dai carabinieri in provincia in seguito ai controlli disposti. «Adesso che la città, secondo il progetto ministeriale, è divisa in tre settori, due alla polizia e uno a noi, che cambiano a turno, gli interventi sono più razionalizzati - sottolinea Girone-. E soprattutto adesso che cè lallarme terrorismo, la gente non chiama più per segnalare cose fine a se stesse, ha preso coscienza del momento difficile.
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