Attentato in India, c'è anche una italiana fra le vittime di Pune

C'è anche una donna italiana fra le vittime dell'attentato di ieri alla "German Bakery" di Pune che ha fatto nove morti: Madia Macerini, 37 anni, originaria dell'Aretino. Ieri l'ultima telefonata con la madre. La conferma della Farnesina

Attentato in India, 
c'è anche una italiana 
fra le vittime di Pune

New Delhi - C'è anche una ragazza italiana fra le vittime dell'attentato di ieri alla "German Bakery" di Pune, in India. E prima la polizia indiana, poi la Farnesina lo hanno confermato. E' Nadia Macerini, la donna di 37 anni rimasta uccisa, era originaria di Levane, frazione di Bucine, comune dell'aretino, dove la sorella, Cinzia, è consigliere comunale. "Non la conoscevo, ma mi hanno detto che in India ci lavorava, mi hanno raccontato che aveva un centro di meditazione", racconta Sauro Testi, il sindaco di Bucine. Il primo cittadino spiega invece di conoscere bene la sorella Cinzia: "E' consigliere comunale a Bucine. Ieri siamo stati insieme tutta la mattina, con un altro consigliere, a lavorare. Non avevo idea di cosa fosse successo fino ad un'ora fa, quando mi hanno avvertito i carabinieri". Secondo le informazioni raccolte dal sindaco la donna avrebbe vissuto spesso all'estero. "La sua famiglia - aggiunge - è molto conosciuta a Levane: hanno un ingrosso di materiale edile".

Ieri l'ultimo telefonata alla madre Aveva parlato al telefono ieri con la madre, Nadia Macerini. La madre della donna, che con il padre e uno dei figli gestisce un negozio di materiali per l'edilizia a Montevarchi, aveva 'appuntamento' telefonico con Nadia il sabato. Nadia era andata via dal piccolo comune nell'aretino 20 anni fa per girare il mondo. Prima di arrivare a Pune, era stata a lungo a Londra e negli Usa, da dove se n'era andata nel 2001, dopo l'attentato alle Torri gemelle. "Cinzia è addoloratissima - ha detto un consigliere comunale di Bucine che ha sentito la sorella di Nadia per telefono -. La notizia è stata data ai familiari dal nostro ministero degli Esteri".

Su Facebook: Pune casa dolce casa Questo era Pune per Nadia. Lo aveva scritto sulla sua bacheca di Facebook solo venerdì pomeriggio. E dai post e commenti balza subito agli occhi la passione di Nadia per l'India: "Amo l'India", scriveva, "amo Pune". Ne descriveva i colori, raccontava e condivideva con gli amici di tutto il mondo con cui era in contatto via Fecebook le sensazioni di quella terra dalla cui spiritualità sembrava essere profondamente toccata. Elogiava le virtù della meditazione e aveva dedicato uno spazio all'Osho Ashram di Pune, che frequentava. Praticava yoga, era amante della medicina naturale e aveva partecipato di recente con successo ad un corso sull'alimentazione ayurvedica nella clinica 'PranaVeda Ayurveda and Panchakarma' di Pune. Uno dei suoi amici, Schoeters Toshi-Nory, ha scritto oggi sul muro di Facebook: "Carissimi amici, per favore, accendete una candela per le vittime, gli amici e le famiglie. Non è forse una disgrazia che esista gente che uccide altra gente innocente in nome di Dio?", in allusione ad una possibile matrice islamica dell'attentato.

Sulla bacheca dei messaggi, resta impressa la frase che il 'biscottino della fortuna telematico' aveva dedicato a Nadia, un giochino via web solitamente trascurabile che invece oggi assume un certo significato: "Quando fuori è cupo, il tuo sorriso mostra agli altri il vero sole". 

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