Attenti ragazzi a un futuro da museo

Contraddizione, provocazione, trasgressione. Sono i tre concetti ispiratori della mostra «Street Art Sweet Art». Vediamoli. Contraddizione: che cosa dirà adesso il ragazzo «sgamato» mentre spruzza sul muro? «Guardi che lei sta disturbando un artista. Non ha visto la mostra al Pac?». «Ah, scusa», balbetta il ghisa, rimettendosi a dare multe alle auto in sosta. Provocazione: insita nel Dna dell’arte moderna, fin da quando alcuni contestatori decisero di uscire dagli studi per andare a dipingere in pieno sole. Per non parlare di tutti i «maudit» che hanno fatto gridare allo scandalo e poi sono diventati «grandi maestri». Trasgressione: il sale della vita, quando si è giovani e in qualche modo bisogna rischiare, contraddire, gridare, menar le mani. Poi in genere si cresce. Ecco, la mostra al Pac è forse il momento della crescita dei writers. Ha detto uno dei più bravi, Bros: «Adesso basta trasgredire. Ormai lo hanno fatto tutti». Il problema è che non si trasgredisce più proprio quando il museo ti consacra. Bisogna vedere che cosa si perde.

È successo anche ai futuristi che i musei li spernacchiavano e poi ci sono finiti. Perciò attenzione al futuro «da museo», ragazzi. Anche perché, come scrive sui muri il giovane poeta Ivan, «Il futuro non è più quello di una volta».

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