Se vi state preoccupando perché la primavera araba sta finendo tutta in sharia (la legge islamica che, se applicata per intero, impone punizioni fisiche dalle frustate al taglio della mano, colloca le donne in posizione di inferiorità e nel caso le condanna alla lapidazione, quasi non punisce il delitto donore, permette la poligamia e impone il velo, proibisce lalcool, le discoteche, il giuoco...), bene non guardate tanto lontano, venite in Europa a preoccuparvi un po.
In Danimarca il gruppo musulmano «Kaldet al Islam» («Chiamata dellislam») annuncia che il sobborgo di Tingbjerg a Copenaghen sarà la prima «Zona sotto il controllo della sharia, gruppi di giovani addestrati sorveglieranno larea. La prossima zona conquistata sarà un altro distretto, Norrebro, e poi avanti in tutta la nazione...
In Inghilterra il gruppo «Musulmani contro le crociate» ha lanciato una campagna per fare di dodici città altrettanti stati islamici indipendenti (Birmingham, Bradford, Derby, Dewsbury, Leeds, Leicester, Liverpool, Luton, Manchester, Sheffield e due zone di Londra, Waltham Forest, e Tower Hamlets).
In Germania le corti shariatiche operano in molte città così come in Francia, in Spagna, in Belgio: ovunque in Europa si stanno creando sistemi di giustizia paralleli alla legge dello stato.
E noi allora che facciamo? Aspettiamo che, come si propone «Chiamata allislam», «il mondo sia mondato dal grande munkar (il male) chiamato democrazia»?
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