«Stop racism». Indossava una maglietta con la scritta in inglese «Stop al razzismo», luomo accoltellato giovedì sera al concerto di Villa Ada. A raccontarlo è il presidente dellArci-Roma Alberto Giustini, organizzatore della manifestazione «Roma incontra il mondo». «Il concerto - spiega Giustini - al quale avevano assistito poco più di mille spettatori era finito pochi minuti dopo la mezzanotte . Abbiamo messo della musica per favorire il deflusso del pubblico che verso luna era di circa 400-500 persone. Nel frattempo alcune persone ci hanno telefonato dicendo di aver visto tra i 40 e i 50 individui con caschi integrali e mazze ferrate che scendevano le scalette di via Ponte Salario a circa 400 metri dallingresso principale di Villa Ada». «Sono andato allingresso e ho visto entrare una ventina di persone, vestite con maglie nere e i caschi, guanti e bastoni. Allinizio li ho scambiati per carabinieri in tenuta anti-sommossa poi avvicinandomi mi sono reso conto che avevano mazze, bastoni. Camminando nel viale aggredivano chiunque incontrassero sul loro cammino. A un certo punto si sono raggruppati, come una squadra militare, hanno urlato duce, duce e hanno caricato verso larea dei concerti, la penisola nel laghetto».
È stato in quel momento che gli organizzatori hanno fatto entrare tutti gli spettatori in quella zona. «Ci siamo barricati dentro - continua il presidente dellArci Roma - e abbiamo messo i cassonetti davanti alle porte dingresso. Loro hanno lanciato una bomba carta, o un grosso petardo, proprio davanti alla porta e poi una seconda bomba è stata lanciata a pallonetto allinterno. Poi si è sparsa la voce che fuori, in via Ponte Salario, stavano distruggendo le auto e gli spettatori hanno cominciato a premere per andare a vedere. Così alcuni hanno scelto di uscire e sono scoppiati i tafferugli. Personalmente ho aiutato un ferito che è stato portato via da unambulanza, laltro era in terra, ferito fuori dalla villa, perdeva sangue dalla testa e ne aveva la maglia completamente intrisa. Si sono cominciate a sentire le prime sirene e la squadra degli aggressori, militarmente, si è divisa in due gruppi: uno è andato verso Ponte Salario dove hanno lanciato sassi contro quattro auto delle forze dellordine assolutamente insufficienti, e laltro gruppo è fuggito nel bosco allinterno di Villa Ada. Già nei quattro giorni precedenti cerano stati fuori del parcheggio di villa Ada tagli di pneumatici e rotture di tergicristalli, «ma avevamo pensato - ricorda Giustini - che fosse opera di un parcheggiatore abusivo. Del resto non abbiamo mai ricevuto minacce». Nel parco gli investigatori hanno sequestrato mazze ferrate, bastoni e un piede di porco lungo un metro e 20.
E adesso? «Sono 14 anni che organizziamo questa manifestazione e non intendo cambiare il nostro servizio dordine che praticamente è composto da persone che si occupano dello sbigliettamento. Non intendo militarizzare - conclude il presidente dellArci-Roma - un appuntamento culturale che promuove la convivenza tra i popoli e la non violenza.
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