Caro Bono, paga le tasse. È l'accoglienza che il gruppo «Art Uncut» riserverà alla superstar degli U2 al festival di Glastonbury, cruciale appuntamento dell'estate musicale britannica, in programma dal 22 al 26 giugno a Pilton, nel Somerset. La band irlandese è finita nel mirino del gruppo di protesta - branca del movimento «Uk Uncut» -per aver trasferito - sin dal 2006 - la maggior parte delle proprie attività economiche dall'Irlanda all'Olanda per pagare meno tasse.
Secondo gli autori della protesta Bono, insomma, predica bene - salviamo il mondo, occupiamoci dei poveri - e razzola male. L'evasione (legale) messa in campo dalla band priverebbe l'erario irlandese - che per giunta non naviga nell'oro - di risorse cruciali per tenere in piedi lo stato sociale. Ecco dunque spiegata l'origine della protesta e il mega-striscione che farà capolino al festival proprio durante la performance del gruppo: «Bono, salda il conto».
«Bono dice di preoccuparsi dei Paesi in via di sviluppo - spiega un comunicato dell'associazione ripreso dal Mail on Sunday - ma, allo stesso tempo, gli U2 portano avanti con avidità una chiara politica di evasione fiscale. Noi mostreremo il vero impatto che tutto ciò ha sugli ospedali e le scuole in Irlanda. Chiunque seguirà la nostra protesta si convincerà che Bono deve pagare le tasse».
Art Uncut ha quindi fatto sapere che si presenteranno al concerto degli U2 con mazzi di soldi finti gonfiabili di grandi dimensioni. L'idea è di non interrompere l'esibizione nè di far saltare il concerto ma di dare grande visibilità alla protesta. Paul McGuinness, storico manager della band, ha però rimandato le accuse al mittente.
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