Sarà sotto le stelle milanesi, rinfrescati dalla rigogliosa vegetazione del Teatro di Verdura che questa sera, con replica domani, gli attori del II Corso della Scuola dArte Drammatica Paolo Grassi daranno vita a «Limpresario dello Smirne», lavoro di Carlo Goldoni poco frequentato sui palcoscenici, ma di grande forza teatrale. Raffinato spaccato delluniverso che gravita attorno agli artisti, protagonisti e abitanti di un mondo ironicamente meschino, governato da una cialtroneria e da giochi di seduzioni finalizzati a inganni, «LImpresario dello Smirne» racconta di una compagnia lirica scombinata e di basso rango.
Diretti da Marco Plini con la collaborazione di Alberto Cavecchi, gli allievi attori affrontano la scrittura goldoniana leggendola con grande attualità; luniversalità dei tipi sociali ritratti, infatti, pur ambientati nel 700, sembrano essere tratteggiati ai giorni nostri dalla visionarietà lucida, addolcita da un amore per losservazione acuta e impietosa del drammaturgo veneziano.
È lo stesso autore a definire il testo metateatrale come una «critica vastissima, completissima dell insolenza degli attori e dell indolenza dei capocomici». Se però le vittime della critica sono primedonne e impresari rumorosi ritratti nei loro vizi e capricci che campeggiano in una società pur ristretta e chiassosa, è evidente lintenzione di Goldoni di allestire una galleria di tipi umani che appartengono ad un microuniverso di una società decadente, destinata al naufragio e alla povertà di valori e di sentimenti.
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