10 regole per non far annegare tuo figlio: il decalogo che devi conoscere

Più della metà delle tragedie in piscina coinvolge bambini sotto i 12 anni. A rischio anche gli adolescenti, soprattutto maschi. L’ISS lancia un video con consigli salva-vita in vista dell’estate

10 regole per non far annegare tuo figlio: il decalogo che devi conoscere

Un tuffo in piscina, una giornata al lago o al mare: momenti di relax che possono trasformarsi in tragedia. È l’allarme lanciato dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso il Report sulla sicurezza in acqua, secondo cui ogni anno in Italia circa 328 persone perdono la vita per annegamento.

I dati

Sono particolarmente preoccupanti per i più piccoli: oltre la metà degli incidenti in piscina riguarda bambini fino a 12 anni, mentre tra gli adolescenti il rischio cresce notevolmente, soprattutto nei maschi, che rappresentano oltre l’80% dei casi. Spesso si tratta di episodi fulminei, che si consumano in pochi minuti e in silenzio: l’inalazione involontaria d’acqua può causare la chiusura della laringe, impedendo anche di chiedere aiuto. E non servono profondità estreme: queste tragedie possono avvenire anche vicino alla riva o in specchi d’acqua poco più grandi di una pozzanghera.

Errori e false credenze

Una delle cause più frequenti degli incidenti in acqua tra i più piccoli è la mancanza o l'inadeguatezza della supervisione da parte degli adulti. Lo conferma uno studio citato nel Report sulla sicurezza in acqua dell’Istituto Superiore di Sanità, che evidenzia come molti genitori riconoscano, a posteriori, di aver commesso errori:

  • il 38% ammette di essersi distratto parlando con altre persone,
  • il 18% era impegnato a leggere,
  • il 17% a mangiare,
  • l’11% al telefono e altri hanno riferito di dover badare contemporaneamente a un altro bambino.

Preoccupante anche la percezione del rischio: quasi la metà dei genitori di bambini tra 0 e 12 anni (48%) era convinta che, in caso di pericolo, avrebbe sentito rumori, urla o pianti. Ma l’annegamento, soprattutto nei più piccoli, è rapido e silenzioso.

Eppure, il 56% degli intervistati afferma di delegare la sorveglianza al bagnino, quando presente, mentre il 32% dichiara di lasciare il proprio figlio da solo in piscina anche per due minuti o più.

Ecco dieci regole fondamentali

  1. Supervisione costante: Non lasciare mai i bambini incustoditi vicino all'acqua, nemmeno per un attimo.
  2. Recinzioni: Installare recinzioni a 4 lati con cancello auto-chiudente intorno alle piscine.
  3. Coperture: Utilizzare teli per coprire le piscine quando non sono in uso.
  4. Svuotare vasche: Dopo l'uso, svuotare sempre vasche da bagno, piscine gonfiabili, e altri contenitori d'acqua.
  5. Corsi di nuoto: Iscrivere i bambini a corsi di nuoto per insegnare loro le basi della sicurezza in acqua.
  6. Giubbotti di salvataggio: Utilizzare giubbotti di salvataggio quando necessario, soprattutto in acque libere o in presenza di bambini piccoli.
  7. Prudenza: Insegnare ai bambini le regole di prudenza in acqua, come evitare di correre, tuffarsi senza controllo e trattenere il respiro troppo a lungo.
  8. Niente distrazioni: Quando si sorveglia un bambino in acqua, evitare distrazioni come il cellulare.
  9. Conoscere il pericolo: Informare i bambini sui pericoli dell'acqua, come correnti e fondali sconosciuti.
  10. Pronto intervento: Se si verifica un incidente, intervenire tempestivamente, chiamare i soccorsi e, se possibile, lanciare un oggetto galleggiante.

Prevenire gli incidenti in età pediatrica

  • Piscine private. Per i bambini dai 18 mesi in su che non sanno nuotare ma che possono accedervi per distrazione degli adulti, le piscine (in muratura o gonfiabili) rappresentano un pericolo significativo. È necessario impedire l’accesso ai bambini con barriere intorno alla piscina, applicare sistemi di allarme e rimuovere scalette o altri dispositivi di accesso.
  • Piscine collettive (di hotel, ristoranti, agriturismi e simili). I responsabili devono prevedere piani di sicurezza con sorveglianza o in alternativa con recinzioni. Le attività di controllo delle ASL devono estendersi anche alle condizioni di sicurezza, oltre che della qualità delle acque.
  • Fiumi e laghi: Gli enti gestori e le amministrazioni territoriali devono segnalare i siti balneabili e quelli pericolosi con cartellonistica adeguata.
  • Adolescenti stranieri. È importante sensibilizzare le comunità locali, in particolare gli adolescenti immigrati, sui pericoli specifici delle acque interne. A livello territoriale, dovrebbero essere contattati i referenti delle comunità di immigrati per promuovere specifiche campagne di sensibilizzazione, tenendo conto delle diverse lingue e culture di appartenenza.

Consigli per tutti

In estate è fondamentale, per chi va al mare, al lago o in piscina seguire alcuni consigli per prevenire gli annegamenti

  • Immergersi preferibilmente in acque sorvegliate dove è presente personale qualificato in grado di intervenire in caso di emergenza.
  • Evitare di immergersi in caso di mare mosso o in prossimità di specchi d'acqua dove sono presenti correnti di ritorno.
  • Osservare attentamente la segnaletica e seguire le indicazioni dei sorveglianti. Questo può aiutare a identificare zone pericolose e comportamenti da evitare.
  • Evitare di tuffarsi in acqua dopo aver mangiato o dopo un'esposizione prolungata al sole.
  • Evitare tuffi da scogliere o in zone non protette e prestare attenzione a immergersi solo in acque di profondità adeguata.
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